MILANESE DE FRANCE - L’INCHIESTA SULL’EX BRACCIO MAL-DESTRO DI TREMONTI S’ALLARGA: NEL 2006 HA VERSATO 300 MILA € SU UN CONTO FRANCESE: NE SAPRÀ NIENTE L’IMPRENDITORE PAOLO VISCIONE, CHE GLI AVREBBE PAGATO MAZZETTE PER ANNI? - DALLA CASSAFORTE DI MILANESE SPUNTA POI UN OROLOGIO ACQUISTATO DA UN COLLABORATORE DI CLAUDIO LOTITO, CHE NEGA OGNI COINVOLGIMENTO - L’OROLOGIO ERA DESTINATO AI DIRIGENTI DELLA LAZIO, COM’È FINITO AL POLSO DI MILANESE? AH, SAPERLO...
Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"
Un conto corrente al Crédit Agricole in Francia e un orologio comprato da un collaboratore del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Sono queste le due ultime scoperte fatte dagli investigatori nelle indagini su Marco Milanese.
L'inchiesta sul deputato del Pdl, già assistente dell'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti, accusato di associazione per delinquere e corruzione oltre che di rivelazione di segreto, sono a un passo dalla chiusura. A settembre la Camera ha rigettato richiesta di autorizzazione a procedere dei magistrati di Napoli che volevano arrestare Milanese ma l'indagine non si è fermata.
Ora si scopre che il pm di Napoli Vincenzo Piscitelli ha richiesto mediante una rogatoria informazioni su un conto corrente aperto presso il Crédit Agricole, all'agenzia di Draguignan, una cittadina della Provenza a 30 chilometri dalla Costa Azzurra. Quel conto è stato segnalato al pm Piscitelli dal suo consulente Luigi Evelino Mancini, che scriveva nel dicembre 2010: "Sarebbe necessario acquisire la documentazione del conto essendovi transitati moltissimi bonifici disposti sia dal conto presso il Banco di Napoli sia dal conto del Credito Artigiano".
Solo all'inizio del 2012 però le autorità francesi hanno risposto alla rogatoria inoltrata da Piscitelli per verificarne la movimentazione. Si è così scoperto che Milanese su quel conto a lui intestato ha versato più volte importi in contanti in differenti filiali della Provenza e della Costa Azzurra. La Procura di Napoli sta cercando ora di scoprire la provenienza dei contanti e soprattutto sta verificando se possa esserci una relazione con i versamenti raccontati dal grande accusatore di Milanese: l'imprenditore assicurativo Paolo Viscione che, a suo dire, avrebbe pagato per anni Milanese per avere in cambio informazioni sulle indagini che lo coinvolgevano.
I primi versamenti cash sul conto francese risalgono al 2006 e ammonterebbero complessivamente a circa 300 mila euro. L'altra recente scoperta che ha indotto gli investigatori a ritardare la chiusura dell'inchiesta per verifiche dell'ultima ora è il nome dell'acquirente di un orologio trovato nella disponibilità del deputato. Nell'agosto scorso furono aperte le cassette di sicurezza di Milanese e furono trovati alcuni orologi: oltre a un Patek Philippe con il cartellino del prezzo e un Rolex con la garanzia di una gioielleria di Campobasso c'era anche un Tommaso Buti in acciaio.
Quando gli investigatori sono andati dal venditore a chiedere chi fosse il compratore di quell'esemplare si sono sentiti rispondere che l'orologio sarebbe stato ritirato da un collaboratore del presidente della Lazio Claudio Lotito del quale aveva annotato anche il numero del cellulare. Sentito a Roma negli uffici della Digos come persona informata dei fatti, Lotito però ha detto di non avere mai regalato un orologio all'onorevole Milanese. Al Fatto dice: "Io non ho mai regalato un orologio Tommaso Buti a Milanese.
Anzi non ho mai regalato un orologio simile a nessuno né come individuo né come presidente della Lazio. E anche il mio autista è una persona autonoma che ha i suoi rapporti e non so nulla di questa storia. Non mi interessa. Non le devo spiegare io come funzionano i rapporti tra le aziende, gli sponsor e gli sportivi famosi che possono dare lustro a un marchio o a un prodotto. Certamente io non ho mai chiesto nulla a Milanese, che conosco come tanti altri deputati ma che avrò visto due volte in vita mia. Inoltre la invito ad accertare quanto vale davvero un Tommaso Buti, che secondo quanto dicono i giornalisti sarebbe in acciaio. Provi ad andare al monte dei pegni con quel modello e chieda quanto le offrono".
Gli investigatori hanno allora convocato l'autista che aveva ritirato l'orologio Tommaso Buti. E questi ha raccontato di aver ritirato non uno ma uno stock di orologi Buti destinati però non a politici come Milanese ma a sportivi e dirigenti vicini alla Lazio.
Anche l'autista ha detto di non immaginare come possa essere finito quell'orologio nella cassetta di sicurezza di Milanese ma anche lui ha sostenuto che il valore dell'orologio fosse inferiore alle migliaia di euro ipotizzate sulla base della testimonianza del venditore. "Sia la storia dei versamenti in contanti sul conto in Francia sia questa storia dell'orologio", dice Milanese al Fatto, "mi sembrano molto strane e io aspetterei il deposito delle carte prima di commentare".
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