IL MIO REGNO PER UN PAPELLO - IL BRACCIO DI FERRO TRA I LIGRESTO’S E UNIPOL SU FONSAI E QUELL’ACCORDO CHE ORA NESSUNO VUOLE RICONOSCERE

Fabrizio Massaro per "Il Corriere della Sera"

Lo scontro al Tribunale civile di Milano tra nuova Fonsai controllata da Unipol e la famiglia Ligresti sul sequestro di 245 milioni dovrà attendere ancora per la decisione del giudice: il tribunale si è preso del tempo prima di pronunciarsi sulla richiesta di Fonsai di congelare i beni dei Ligresti, come misura precauzionale nell'ambito della più ampia azione di responsabilità che il gruppo assicurativo ha promosso contro gli ex azionisti di controllo.

Ma nel procedimento cautelare sono già state schierate le armi: in particolare i Ligresti, chiedendo di considerare la causa «lite temeraria», hanno usato come argomenti forti, secondo la loro impostazione, la «manleva» che doveva proteggere l'ingegnere e i suoi tre figli da eventuali richieste di danni, e l'ormai famoso «papello», cioè il documento firmato da Salvatore Ligresti e siglato «per presa visione» dall'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, con le richieste economiche (45 milioni) e non (auto, segretarie, villaggi vacanze) pretese per lasciare campo libero a Unipol nel gruppo Premafin-Fonsai.

Pretese contestate dal legale del gruppo, Franco Bonelli: intanto la manleva non era più in piedi perché sostituita con un'altra votata dalla stessa Premafin; e poi perché «definire contratto il pezzo di carta corrispondente al "papello" è già un'impresa titanica».

Nelle loro memorie, i legali dei Ligresti - Marco Salamone per Salvatore, Luca D'Ambrosio per Jonella, Marco Saverio Spolidoro per Giulia Maria (Paolo non è oggetto della richiesta di sequestro perché all'estero) - hanno utilizzato diversi argomenti. Innanzitutto hanno contestato la linea di Fonsai di non citare anche Mediobanca e Unicredit, cioè le banche che avrebbero «eterodiretto» Fonsai per anni.

I due istituti sarebbero state «graziate» e Unipol avrebbe scelto di fare causa solo ad alcuni ex amministratori «accuratamente selezionati per tener fuori alcuni "amici" dal più vasto mazzo di potenziali responsabili, al solo scopo plausibile di "punire esemplarmente" chi si sia caduto in disgrazia dopo aver asseritamente goduto di privilegi che solo ex post (nel caso di specie dopo decenni) chi avrebbe avuto il potere e il dovere di reagire ora denuncia con apparente scandalo».

Inoltre citano le nomine di Carlo Ciani e, da ultimo, di Piergiorgio Peluso (sottolineando che è figlio del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri), come indicate e promosse da Mediobanca e Unicredit. Tesi respinte decisamente dalle due banche e anche dallo stesso Peluso nei verbali davanti al tribunale di Torino, sostenendo di essere stato chiamato dallo stesso Ligresti. E citano il patteggiamento di Giulia a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio come esempio di ammissione di responsabilità.

Altro punto in discussione è la manleva. Venne concessa il 29 gennaio 2012 e poi riscritta il 26 giugno dopo che la Consob stabilì che con quella clausola non ci sarebbe stato esonero dall'opa su Premafin e Fonsai. Ma i Ligresti sostengono che quella garanzia è comunque valida, sia perché la Consob «non l'ha mai ritenuta nulla né ha mai imposto che venisse revocata», sia perché secondo i Ligresti sarebbe stata modificata in modo inefficace. Tesi invece contestata da Fonsai, visto che fu la stessa Premafin a concordare con Unipol quelle modifiche.

La difesa dei Ligresti sostiene poi che non serve sequestrare i beni della famiglia, in quanto non solo non si sta tentando di occultarli ma addirittura tra essi andrebbe considerato anche il credito di 45 milioni vantato con il «papello». Ma quel documento non può obbligare Fonsai o Unipol, è la replica della compagnia, né Mediobanca o Unicredit.

Come spiegano fonti legali vicine al gruppo, «non è un accordo, ma un promemoria di richieste rivolto a tutti i soggetti citati nella lettera, e dunque non si tratta di una buonuscita ma del prezzo richiesto per la vendita del 30% di Premafin, sulla base però di un'ipotesi di operazione non più attuale all'epoca dei fatti». Insomma, una carta vecchia e senza valore.

 

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIMARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI ligresti FONSAIJONELLA LIGRESTI Giulia Ligresti

Ultimi Dagoreport

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…