daniele frongia luca parnasi

NON SI MUOVE UNA FRONGIA - L'ASSESSORE (DIMISSIONARIO) SMENTISCE L'ARTICOLO DI 'REPUBBLICA' PUBBLICATO DA DAGOSPIA IERI: ''NELL'INTERROGATORIO È LO STESSO PARNASI A RIFERIRE CHE NON HO MAI CHIESTO NÉ RICEVUTO FAVORI. IN UNA OCCASIONE MI DISSE DI ESSERE ALLA RICERCA DI PERSONALE SPECIALIZZATO PER UNA SUA NUOVA AZIENDA CHIEDENDOMI SE CONOSCESSI QUALCUNO CON DETERMINATE COMPETENZE''

 

Riceviamo e pubblichiamo:

 

DANIELE FRONGIA VIRGINIA RAGGI

Egr. Direttore,

 

in riferimento all'articolo pubblicato in data 26 marzo 2019 in formato on-line sulla testata “Dagospia” dal titolo/didascalia testuale “Stormir di Frongia - fu l'Assessore grillino ed ex braccio destro della Sindaca a chiedere a Parnasi di assumere una sua amica, non il contrario: le cimici piazzate dai pm hanno registrato la richiesta e sbugiardano la versione di comodo dei due - la raccomandazione non si concretizzo' solo perche' poco dopo Parnasi fu arrestato - la richiesta di archiviazione per il grillino che fine ha fatto? doveva arrivare entro ieri...", pubblicato in sezione "Politica" si richiede immediata rettifica in quanto, oltre al titolo/didascalia gravemente diffamatorio, riporta, da fonte La Repubblica Roma a firma Enrico Bellavia di cui si è chiesta immediata rettifica, ripetutamente, gravi inesattezze con una ricostruzione dei fatti che non corrisponde a realtà, ma totalmente errata e tendenziosa.

luca parnasi e baldissoni in campidoglio incontrano la raggi

 

A partire dal titolo/didascalia testuale "Stormir di Frongia - fu l'Assessore grillino ed ex braccio destro della Sindaca a chiedere a Parnasi di assumere una sua amica, non il contrario: le cimici piazzate dai pm hanno registrato la richiesta e sbugiardano la versione di comodo dei due - la raccomandazione non si concretizzo' solo perche' poco dopo Parnasi fu arrestato - la richiesta di archiviazione per il grillino che fine ha fatto? doveva arrivare entro ieri..." e proseguendo con il testo intero, da fonte La Repubblica Roma a firma Enrico Bellavia di cui si è chiesta immediata rettifica, che si riporta qui di seguito si evince un’interpretazione del tutto errata e fuorviante della vicenda:

luca parnasi

 

"Fu lui stesso a mettersi nei guai, non fu Luca Parnasi. Il fedelissimo di Virginia Raggi, Daniele Frongia, è stato intercettato dai carabinieri mentre nell'ufficio del costruttore gli chiedeva di assumere un'amica in una delle sue società. Cosa che poi, come ammesso dallo stesso Parnasi in un verbale, non andò in porto perchè poco dopo quella conversazione, lui fu arrestato (giugno 2018). Versione che, poi, in uno dei suoi tanti interrogatori con i magistrati, Parnasi ha minimizzato: ha chiarito di essere stato lui a chiedere a Frongia di segnalargli una persona da mettere a capo delle relazioni istituzionali di Ampersand. Ma le cose non starebbero così.

 

MARCELLO DEVITO - DANIELE FRONGIA - VIRGINIA RAGGI

Tanto che il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Barbara Zuin si convinsero a contestargli la corruzione, seguendo uno schema già utilizzato: lo stesso che aveva portato ai domiciliari, per l'inchiesta sullo stadio, anche l'ex assessore regionale all'Urbanistica Michele Civita che a Parnasi aveva chiesto di assumere il figlio."

 

E ancora "Nonostante quell'intercettazione ambientale, infatti con una richiesta di assunzione per un'amica trentenne non andata in porto, in questi mesi non è stato trovato nulla per rafforzare l'ipotesi di corruzione a carico dell'ex vice di Virginia Raggi."

 

Si ribadisce infatti che nell'interrogatorio è lo stesso Parnasi a riferire che non ho mai chiesto né ricevuto favori. In una occasione mi disse di essere alla ricerca di personale specializzato per una sua nuova azienda chiedendomi se conoscessi qualcuno con determinate competenze.

 

Si prega dunque di procedere a rettifica secondo la normativa vigente.

 

Cordialità,

 

DANIELE FRONGIA

Daniele Frongia

 

Roma, 27 marzo 2019

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...