
PUR DI ROMPERE IL DAZIO A GIORGIA MELONI, LA LEGA ARRIVA ADDIRITTURA A METTERE IN DISCUSSIONE IL COLLE – IL SENATORE NO-EURO CLAUDIO BORGHI ATTACCA DIRETTAMENTE IL CAPO DELLO STATO SULLA QUESTIONE TARIFFE: “CHI NON VUOLE TRATTATIVE BILATERALI CHE POTREBBERO ESENTARE L’ITALIA DAI DAZI? LA RISPOSTA È SEMPLICE: MATTARELLA” – IL CARROCCIO INSISTE A BATTERE SUL NEGOZIATO BILATERALE CON WASHINGTON: UN MODO PER FAR RIVENDICARE UNA PRESUNTA SPECIAL RELATIONSHIP CON TRUMP RISPETTO ALLA MELONI
1. MELONI GIOCA IN DIFESA: NON È UNA CATASTROFE RIVEDERE PATTO DI STABILITÀ
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per "la Repubblica"
[…] Problema a destra: la Lega […] è pronta a chiedere un negoziato diretto con gli Usa nella mozione congressuale che domani e domenica incoronerà Matteo Salvini per la terza volta segretario del partito a Firenze […]. Dai salviniani non arriva mezza critica a The Donald: «Fa gli interessi degli Usa, il problema dell’Italia è l’Europa». Per la Lega, i contro-dazi «sarebbero un suicidio ».
Il senatore Claudio Borghi attacca il capo dello Stato: «Chi non vuole trattative bilaterali che potrebbero esentare l’Italia dai dazi? La risposta è semplice: Mattarella».
Oltre alla strategia con Ue e Usa, Meloni deve gestire anche una coalizione sempre più bizzosa. Proprio Urso ieri in Senato ha rilanciato il «buy european», inviso al Carroccio.
«Nessun leghista era presente ad ascoltarlo in Senato», punge il dem Filippo Sensi.
Dall’opposizione, attacca la leader del Pd, Elly Schlein: «I dazi di Trump sono una mazzata per imprese e lavoratori. È incredibile che il governo resti fermo». Dal canto suo Giuseppe Conte si distingue con un giudizio più morbido sul presidente Usa: «La sua — dice il leader 5S — non è una costruzione eccentrica. Ci sono molti economisti che sostengono che in prospettiva migliorerà l’economia americana».
2. LA LEGA GIÀ STUDIA LO STRAPPO CON L'UE "TRATTIAMO DA SOLI COL GOVERNO USA"
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”
Prima ancora che a Palazzo Chigi Giorgia Meloni convocasse vicepremier e ministri per concordare una risposta ai dazi americani, Matteo Salvini aveva già riunito il gruppo economico della Lega.
E, neanche a dirlo, la linea del Carroccio è anche stavolta dissonante da quella che è poi trapelata dal vertice convocato dalla premier. Se l'obiettivo comune è non scatenare un'escalation che rischierebbe di travolgere ambo i lati dell'Atlantico, per il vicesegretario leghista Andrea Crippa, nel farlo l'Italia dovrebbe sfilarsi dalla trattativa europea e avviare un confronto bilaterale con Washington […].
TWEET SUI DAZI - GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
«Dal nostro punto di vista gli Stati Uniti tratteranno in maniera bilaterale, non con l'Ue ma con in singoli Stati, e un governo amico degli Usa può fare un buon servizio al paese» è la tesi leghista, determinata a far pesare la special relationship con Donald Trump, che finirà in una mozione che sarà votata domenica.
Uno spunto che per tutto il giorno porta numerosi esponenti leghisti ad attaccare i Ventisette, colpevole di aver messo «le proprie pastoie» al commercio globale o essersi avviluppata «tra burocrazia e eco-follie».
Distinguo e note stonate che vanno aumentando ad una manciata di ore dal Congresso nazionale del Carroccio, nonostante gli sforzi di Meloni di evitare sbandamenti. A dimostrarlo, oltre alla gestione delle tariffe Usa, anche il capitolo sicurezza. Nel cdm che si terrà a Palazzo Chigi questo pomeriggio - a meno di cambiamenti di programma - approderà una nuova versione del Disegno di legge che è rimasto impantanato in Parlamento da mesi.
SERGIO MATTARELLA AL FORUM DELL OLIO E DEL VINO
E lo farà sotto forma di decreto, per accelerare l'iter di norme che l'esecutivo giudica improcrastinabili. Tanto che il nuovo testo, utile a Meloni e i suoi per sviare l'attenzione dal tema dazi, assorbirà una buona fetta delle norme contenute dal provvedimento precedente, costretto nei giorni scorsi a tornare dal Senato alla Camera per un problema di coperture finanziarie.
Un'operazione utile a sminare il muro contro muro che si è creato tra la maggioranza e il Quirinale e concordata con il Colle. Mattarella ha infatti chiesto di modificare almeno due punti: la possibilità di tenere in carcere le detenute madri di figli piccoli (eliminando l'obbligo di differimento pena) e il divieto ai migranti irregolari di acquistare sim telefoniche.
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - MEME IN VERSIONE STUDIO GHIBLI
Aggiustamenti a lungo discussi che, a differenza di FdI e FI, la Lega ha osteggiato provando ad evitare ritardi. Ora però il Carroccio accetterà le modifiche nel Dl, nonostante non abbia apprezzato l'intervento del Quirinale.
A chiarirlo è sempre Crippa che spiega come «debba essere la politica a fare le leggi», «poi se dal Colle più alto ci rimandano indietro i testi ne prendiamo atto» anche se «noi eravamo più d'accordo col testo originale, non col testo edulcorato da Mattarella». Un attacco che costringe il Carroccio a correre ai ripari qualche ora dopo, chiarendo in una nota che «il decreto in arrivo ci soddisfa pienamente». […]