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IL FUTURO È SEMPRE ESISTITO – QUANDO I FASCISTI PENSAVANO DI ANDARE SU MARTE CON UN CAVALLO DI FERRO: LA FOTO ORIGINALE DI UN BALILLA, CON TANTO DI FEZ, CHE NEI LONTANI ANNI ‘30 ANTICIPAVA CON UN CAVALLUCCIO MECCANICO I ROBOT ESPLORATORI DELLA LUNA E DI MARTE
Luigi Grassia per âLa Stampa - Tuttoscienze'
Avete presente «Fascisti su Marte», la serie di sketch satirici (poi divenuta film) di Corrado Guzzanti e soci nello stile dei cinegiornali Luce?
Come al solito la realtà supera la fantasia: un ricercatore di stravaganze storiche ha scovato la foto originale di un balilla, con tanto di fez, a cavallo di un mezzo meccanico che nei lontani Anni 30 anticipava i robot esploratori della Luna e di Marte. Il cavallo di ferro si proponeva come amplificatore della forza umana per agevolare l'avanzata su sentieri impervi; precorre gli attuali esoscheletri, quelli sperimentati dai fanti americani in Afghanistan nel XXI secolo.
Negli Anni 30 l'idea del cavallo meccanico passò come una meteora; ebbe una fugace fortuna in America, dove nel 1933 ne riferirono alcuni giornali, tra i quali «Popular Science» e «The Harford Courant». In Italia l'ideatore D. G. Alzetta (il nome completo non è noto) provò a proporre l'idea al nostro esercito, ma solo per vedersela bocciare. Lo stesso Alzetta o qualcun altro (non è chiaro) forse bussò anche all'uscio della Wehrmacht tedesca, ma fu di nuovo respinto con perdite.
Questa parte della storia, peraltro, è piuttosto fumosa e l'ipotesi della patacca non è da escludere. Nella stessa America l'«Iron Dobbin» (così fu battezzato laggiù) sparì dai radar, ma si può immaginare che, quando cominciò a ragionare sugli esoscheletri negli Anni 50, lo Us Army abbia tratto ispirazione proprio da questa idea.
A scovare questa curiosità è Edoardo Poeta, autore di un ebook appena pubblicato dal titolo «Il futuro è sempre esistito», in cui racconta di una grande quantità di anticipazioni tecnologiche: dai telefoni cellulari vocali agli smartphone multimediali, da Internet alla web bank, dai tablet agli stessi libri online; tutta roba già concepita molti decenni fa e poi dimenticata (dimenticata dal pubblico, ma non dagli specialisti, che hanno continuato a lavorarci).
In certi casi l'autore segnala che alcuni articoli de «La Stampa» o di «Stampa Sera» diedero conto di queste cose già due generazioni fa. Perché «il futuro è sempre esistito».
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