MATTEO? VATTELAPIANDERCOOL! – PAROLAIO RENZI PIZZICA LETTA (LA RIPRESA SI COSTRUISCE, NON SI AGGANCIA) E VAGHEGGIA UN PD WALTER-‘’COOL’’: MA LE PRIMARIE SI FARANNO LO STESSO SE IL CAV FA SALTARE IL GOVERNO A NOVEMBRE?
Giovanna Casadio per "La Repubblica"
Il manifesto di Renzi per il congresso comincia così: «Nel 2008 nessuno ci prendeva in giro quando dicevamo che votavamo Pd, era cool...insomma andava di moda, era sexi, fico o figo, era appassionante». Era. Poi c'è stata la parola d'ordine di Bersani, ovvero «non possiamo vincere sulle macerie». Ma io, scandisce bene il sindaco di Firenze, «voglio vincere e dopo pensiamo a ricostruire sulle macerie», mentre ora dire «voto democratico equivale a sentirsi compatire, "ah, poveretto cosa hai fatto da piccolo..." come se il Pd fosse una comunità di recupero o una terapia di gruppo».
à l'attacco alzo zero all'ex segretario Bersani, sfidante alle primarie del 2012. Seduti accanto, il "rottamatore" e Walter Veltroni, primo segretario democratico, disegnano il Pd che vorranno presentando al Tempio di Adriano il libro di Giorgio Tonini e Enrico Morando. In maniche di camicia Renzi, scravattato Veltroni, modera Enrico Mentana, tutto piuttosto cool.
Pochi gli attacchi di Renzi al premier Letta. La bordata più forte al governo è: «Sento dire che dobbiamo agganciare la ripresa come se la ripresa fosse un autobus, ma la ripresa si costruisce non si aggancia». Molti invece quelli a Bersani e agli errori da non ripetere. Ad esempio. «Non ci può essere un partito pesante che ottiene risultati leggeri - è l'offensiva del "rottamatore" - io voglio i voti di Pdl e 5Stelle, e rifiutarsi di andarli a prendere, significa condannarsi alla sconfitta».
Rincara Veltroni: «Nessuno dica io partecipo alle primarie e se perdo faccio una scissione». Il primo segretario del Pd sostiene il candidato Renzi e dello scontro sulla rottamazione (poi Veltroni decise di autorottamarsi) resta poco. Forse la battutaccia di Walter a Matteo: «Gli dicono come a Sordi: "america', facce Tarzan", Matteo è tirato da mille parti per una battuta ad effetto». Renzi non raccoglie e dà merito al Pd di Walter: bisogna ripartire dal Lingotto e dal partito a vocazione maggioritaria. Non mancano le stoccate del "rottamatore" al bersaniano Fassina: «Lui e Brunetta sono sempre i primi ad attaccarmi».
Anche di partito hanno parlato Letta e Epifani. Il segretario democratico è stato invitato dal premier a colazione a Palazzo Chigi e, oltre a discutere di finanziaria, hanno esaminato le questioni del congresso. Oggi si riunisce il "comitatone" per le regole in vista dell'Assemblea del 20 e 21. Quasi fatta l'intesa. Al sindaco fiorentino è stato sottoposto dai suoi mediatori, Guerini e Lotti, il timing preciso che fissa le primarie il 1°dicembre, anche se il sindaco insiste sul 24 novembre. Non farà la differenza, a patto che non ci siano lifting sul resto, che si parli solo di fine dell'automatismo leadership/ premiership ma non si tocchi il principio che il segretario è anche il candidato premier.
Soprattutto è sui congressi locali che Gualtieri, altro "mediatore", dovrà trovare un equilibrio, se no si rischia il caos. Civati, uno dei candidati alla segreteria, ironizza: «Diamo la delega al governo». Cuperlo, lo sfidante di Renzi, tesse la tela del massimo consenso tra le correnti che Renzi addita come «un male; preferisco uno tsunami di idee». Posizionamenti ancora in corso, e i lettiani alla ricerca di un altro candidato.
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