MINZO DECADENCE - NUOVO RINVIO IN AULA: DA 15 MESI IL SENATO NON VOTA LA DECADENZA DI MINZOLINI, CONDANNATO A 2 ANNI E 6 MESI PER PECULATO - I 5STELLE: "COSÌ AVRÀ LA PENSIONE" - IL CONFRONTO CON BERLUSCONI: PER L’EX PREMIER “TAGLIOLA” DOPO 4 MESI

MINZOLINIMINZOLINI

Liana Milella per repubblica.it

 

C’è decadenza e decadenza. Decadenza dal Parlamento, per via della legge Severino, che impone di lasciare lo scranno di senatore o deputato dopo una condanna penale superiore a due anni. Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale a 4 anni il primo agosto del 2013, è decaduto dal Senato il 27 novembre dello stesso anno. Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1, condannato per peculato a 2 anni e 6 mesi con sentenza definitiva della Cassazione il 12 novembre 2015, è ancora lì al suo posto, quello di senatore. Quattro mesi per il primo, 15 per il secondo. Come si spiega?

 

IL VOTO IN GIUNTA

La Giunta per le autorizzazioni di palazzo Madama ha votato la decadenza il 18 luglio dell’anno scorso. A favore Pd e M5S, contro Forza Italia e Gal, ma anche i centristi di Ncd, colonna portante dell’allora governo Renzi e adesso dell’esecutivo Gentiloni. In quei giorni la decadenza di Minzolini pareva cosa fatta, solo questione di ore. Si vota ad agosto, promise il Pd, prima di andare in ferie. La relatrice Doris Lo Moro, Pd anche lei, assicurò una relazione lampo, depositata già il 28 luglio. Ma eccoci ancora qui, in attesa.

MINZOLINI E BERLUSCONIMINZOLINI E BERLUSCONI

 

VOTO PALESE

Di rinvio in rinvio. L’ultimo è di queste ore. Sembrava che il voto dovesse arrivare questa settimana, invece è slittato. Forse se ne parla tra 15 giorni. Un voto in bilico, perché nel Pd ci sono molti mal di pancia.

 

Ma comunque un voto palese proprio dopo la prassi instaurata con il caso Berlusconi, quando l’ufficio di presidenza del Senato, presieduto dal presidente Piero Grasso, decise che un voto di questo tipo non poteva restare riservato. Quindi nessuno spazio per votare contro e nascondersi dietro la lucetta bianca sul tabellone elettronico.

 

VICENDA KAFKIANA

Molti senatori garantisti considerano esagerata la condanna di Minzolini. Per i giudici invece ha abusato della carta di credito aziendale della Rai, spendendo 65mila euro in pranzi e cene, portando i conti ma non le motivazioni. Assolto in primo grado il 14 febbraio 2013, condannato in appello il 27 ottobre 2014, sentenza confermata dalla Cassazione il 12 novembre 2015.

 

augusto minzolini (2)augusto minzolini (2)

Lui, Minzolini, ex retroscenista della Stampa voluto da Berlusconi alla direzione del Tg1 dove approda a giugno 2009 e resta fino a dicembre 2011, l’ha definita una vicenda «kafkiana» proprio perché dopo l’assoluzione in primo grado è arrivata la condanna in appello.

 

Minzolini è convinto che tutto dipenda dalla presenza tra i giudici d’appello di Giannicola Sinisi, ex parlamentare del Pd ed ex sottosegretario all’Interno. Un magistrato però che era tra i più vicini a Giovanni Falcone. Scontro in aula garantito dunque, con Minzolini che a luglio, dopo la decisione della Giunta, ha promesso: «Comunque vada mi dimetto».

 

L’ex direttore Rai confida anche nel suo ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo dove, come Berlusconi, ha presentato un ricorso contro la legge Severino che in entrambi i casi è stata applicata nonostante i reati siano stati commessi prima della sua approvazione. Gli staff legali di Berlusconi e Minzolini sostengono che, per il principio del favor rei, una legge più sfavorevole non può essere applicata. Chi sostiene la Severino ribatte che essa non impone una sanzione penale, per cui non rientra nel principio del favor rei. 

 

LA DENUNCIA DI M5S

augusto minzoliniaugusto minzolini

Quando si discuterà di questa decadenza visto che la legge Severino esiste e va applicata? Una data ancora non c’è. Tra un paio di settimane pare. Lo scontro politico è garantito. Soprattutto perché M5S è compatto sul voto favorevole e sfida il Pd per i continui rinvii. 

 

Ieri se n’è avuto un primo assaggio quando il questore Laura Bottici, esponente di M5S, se l’è presa con il presidente Grasso chiedendogli: «Se il senatore Minzolini arrivasse alla fine dei 5 anni di legislatura gli daremo comunque il contributo pensionistico, anche se non doveva essere più con noi?». Grasso ribatte: «È lei il questore, se la dia la risposta…». Gridando Bottici reagisce così: «E infatti le rispondo, con l’appoggio della maggioranza Minzolini sta rubando la pensione…».  

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