A PIERFURBY NON INTERESSA IL CENTRO MA IL “C’ENTRO?” - IL RITORNO DAL BANANA DEL CASINI SENZA VOTI, FA ECCITARE ALFANO E LASCIA COL CERINO IN MANO I POLLI CHE L’HANNO SEGUITO NEL “TERZO POLO”
U.R. per "la Repubblica"
Alfano lo accoglie a braccia aperte: «Bentornato nel centrodestra, insieme batteremo la sinistra». Pier Ferdinando Casini, che dichiara chiusa la stagione del centrismo e nell'intervista a "Repubblica" dichiara la sua scelta bipolarista, ritrova i compagni di strada di un tempo ma rompe del tutto con gli ex di Scelta Civica («il solito trasformista ») e non convince nemmeno tutti i "suoi" Popolari per l'Italia. Che infatti al momento non lo seguono, «per ora restiamo dove siamo - dichiarano Olivero e Dellai - e comunque poniamo un confine invalicabile a destra».
Gelide le reazioni di chi invece al progetto centrista ancora crede, come Enzo Carra, «Casini cerca solo un posto da Berlusconi». L'annuncio che il vecchio sogno di rifare la Dc è andato in frantumi, e che se ne torna perciò nel campo del Nuovo centrodestra e di Forza Italia, viene salutato con grande entusiasmo dai forzisti.
Con il "Mattinale" (la rassegna stampa curata dal gruppo parlamentare) che già fa i conti e prevede con il ritorno di Pier di raggiungere la soglia per il premio di maggioranza: «Il centrodestra così prenderà il 38 per cento e vincerà le elezioni». Ma il centrosinistra non teme alcun effetto Casini, né sulla tenuta della coalizione di governo né sulle future elezioni, tanto che per il segretario pd Renzi è «positivo» che evapori il terzo polo centrista in nome del bipolarismo e della nuova legge elettorale.
Angelino Alfano dà un un benvenuto di cuore all'ex presidente della Camera «tra le forze politiche alternative al centrosinistra». Insieme potranno «rafforzare il centrodestra italiano e portarlo a vincere contro la sinistra alle prossime elezioni politiche». Gli fa eco Renato Schifani: «Noi non abbiamo mai cambiato idea, e forse è lui che l'ha cambiata e per questo lo accogliamo con piacere».
Terremoto invece nello schieramento di cui Casini ha fatto parte. «La sua decisione non è una novità ma una svolta annunciata da mesi ed è la vera ragione della separazione di Scelta Civica», punta il dito Linda Lanzillotta, vice presidente del Senato. Che aspetta di sapere se «i nostri amici Dellai, Marazziti, Olivero si ritrovano oggi portati per mano da Casini sotto la protettiva ala berlusconiana». Pronta la risposta dei deputati dei Popolari per l'Italia chiamati in causa, che aspettano di conoscere le «intenzioni definitive» di Casini, ma intanto spiegano di voler rimanere dove stanno, «nello spazio, piccolo o grande che sia lo vedremo, del popolarismo».
L'annuncio dell'ex pupillo di Forlani naturalmente non piace ai nostalgici democristiani come Gianni Fontana (associazione Dc) ma nemmeno a quanti ancora vedono uno spazio per un'operazione di centro rispetto ai due poli. Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico, chiama a raccolta i moderati in contrapposizione al capo di Forza Italia.
«Mi auguro - spiega - che l'annuncio del ritorno di Casini con Berlusconi faccia
aprire gli occhi a quanti, nel sempre più frastagliato arcipelago del centro, finora non si sono posti il problema». Perché, come sostiene il presidente del gruppo misto della Camera Pino Pisicchio, «c'è ancora spazio per un centro riformista».
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