TI TELEFONO O NO… - SARA’ VERO CHE SINISCALCO HA AVVERTITO IL BATTAGLIERO FOSSATI DELLA SOTTOSCRIZIONE IN CORSO DEL CONVERTENDO TELECOM DA 1,3 MILIARDI? PATUANO DICE DI SI’. MA NON E’ AFFATTO DETTO CHE LA SEGNALAZIONE SIA ARRIVATA IN TEMPO UTILE…

Carlotta Scozzari per Dagospia

"Ti telefono o no, ti telefono o no...", cantava Gianna Nannini in Fotoromanza nei favolosi anni '80. E in effetti, tra i mille misteri che di questi tempi avvolgono Telecom Italia, ce n'è uno che riguarda una telefonata.

Quella con cui, secondo quanto dichiarato oggi dall'amministratore delegato della società, Marco Patuano, in una audizione al Senato, il numero uno di Morgan Stanley Italia, Domenico Siniscalco, avrebbe avvisato il socio di Telecom al 5%, Marco Fossati, della sottoscrizione in corso del prestito convertendo da 1,3 miliardi.

In altre parole dello strumento finanziario, che vedeva tra le banche collocatrici proprio Morgan Stanley, annunciato da Telecom Italia il 7 novembre e già collocato in fretta e furia il giorno successivo. Ora, il problema è che proprio il convertendo rappresenta uno dei pomi della discordia tra Fossati e i soci di Telco, la cassaforte capitanata da Telefonica e partecipata da Intesa, Mediobanca e Generali, che ha in portafoglio il 22,5% di Telecom Italia.

L'ex mister Dado Star, che sulla faccenda ha davvero un diavolo per capello al punto che ha già presentato un esposto alla Consob (ha anche chiesto l'azzeramento del cda con l'assemblea del 20 dicembre), sostiene infatti di essere stato escluso dalla sottoscrizione del convertendo. Questo significa che Fossati - così come tutti i soci che non si sono precipitati a comprare lo strumento finanziario - nel momento in cui scatterà la conversione in azioni, nel 2016, si diluirà all'interno della compagine soci.

Ma nell'audizione di oggi Patuano, rispondendo a una domanda del senatore del Pd Massimo Mucchetti, ha almeno parzialmente smentito questa versione dei fatti, spiegando che sul convertendo "il dottor Fossati era stato contattato da Siniscalco telefonicamente". Cosa che può anche essere avvenuta, ma forse - è il dubbio che ha espresso anche Mucchetti - non in tempo utile perché l'ex mister dado Star potesse effettivamente sottoscrivere lo strumento finanziario.

Sulla tempistica "si esprimerà la Consob", ha tagliato corto Patuano. Ora, secondo quanto risulta a Dagospia, tra il 7 e l'8 novembre effettivamente ci sarebbero stati dei contatti tra Fossati e Siniscalco, ma soltanto intorno a mezzogiorno dell'8 novembre al socio di Telecom al 5% sarebbe stato fornito il nominativo di una persona da sentire per potere partecipare all'operazione. In tempo per sottoscrivere? Forse no, visto che il convertendo, già annunciato al mercato il giorno prima, è letteralmente andato a ruba.

Sempre nell'audizione di oggi al Senato, Patuano ha escluso che il prestito possa essere indicato per i piccoli azionisti e ha spiegato che i destinatari sono i grandi investitori istituzionali. I quali del resto sono abituati a chiudere tra loro, con la complicità del mondo delle banche, operazioni che, a dispetto del mercato (Telecom Italia è quotata in Borsa), tendono a passare sopra la testa dei piccoli azionisti.

Il convertendo utilizzato da Telecom, ha detto oggi Patuano, rappresentava lo strumento "più adatto per cogliere gli obiettivi della società". E ancora: "L'esenzione del diritto d'opzione (che avrebbe consentito a tutti gli azionisti indistintamente di partecipare all'operazione, ndr) nel caso del convertendo è stata anche dettata dalla volontà di non collocare presso il pubblico indistinto uno strumento finanziario complesso, il cui profilo di rischio-rendimento richiede abilità tipiche degli investitori qualificati per una scelta d'investimento pienamente consapevole". Che anche Fossati sia stato considerato come un retail incapace di valutare i rischi? Ah, saperlo...

 

MARCO FOSSATI FOTO ANSA MARCO FOSSATI FOTO ANSA fassino siniscalco MARCO PATUANO E SIGNORA Massimo Mucchetti Massimo Mucchetti

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