SCANDALO RIMBORSI ALL’UE - DA LARA COMI ALLA PENTASTELLATA AIUTO ECCO GLI ITALIANI NEL MIRINO - L’EURODEPUTATA HA ASSUNTO LA MADRE COME ASSISTENTE: DEVE RESTITUIRE 126MILA € - PER LA GRILLINA STUDI COPIATI SU WIKIPEDIA - IL VICEMINISTRO NENCINI SI SALVA PER LA PRESCRIZIONE
Alberto D’Argenio per la Repubblica
C' è chi assume la mamma come assistente parlamentare, chi copia le ricerche da Wikipedia e poi ne chiede il rimborso all' assemblea e chi ingaggia imprenditori o consiglieri comunali con l' improbabile compito di seguire la propria attività di deputato europeo. Il tutto in violazione delle regole di Strasburgo. Ma a differenza dei grandi movimenti euroscettici stranieri, gli europarlamentari italiani non organizzano frodi di massa, messe in piedi a livello di partito ai danni delle casse dell' Unione.
Casi singoli, senza rilievi penali ma mai emersi di fronte all' opinione pubblica. Tuttavia non si deve cedere alla tentazione di generalizzare, visto che sono 73 i nostri rappresentanti eletti ogni 5 anni a Strasburgo, nella stragrande maggioranza ligi regole.
Un primo caso italiano che Repubblica è in grado di ricostruire riguarda Lara Comi, parlamentare di Forza Italia e attualmente vicecapogruppo del Partito popolare europeo.
Deve restituire al Parlamento 126 mila euro.
Dal 2009 al 2010, nella scorsa legislatura, ha assunto come assistente locale la madre, la signora Luisa Costa, pagata con soldi dell' assemblea in violazione delle regole che impediscono ai deputati di ingaggiare genitori, figli e parenti per evitare che i parlamentari si mettano in tasca i soldi destinati agli assistenti. Per non incappare in guai più seri Comi - comunque ricandidata da Berlusconi e rieletta alle europee del 2014 - a fine 2015 ha accettato di restituire l' importo alle casse di Strasburgo: finirà di ripianare il debito entro il 2019.
Appena arrivati all' Europarlamento si sono distinti anche i grillini. Singolarmente, non come gruppo, a differenza dei loro alleati euroscettici dell' Ukip. Al momento sui deputati del Movimento non ci sono ingiunzioni a restituire soldi o indagini penali.
Ma ci sono fortissimi sospetti, tanto che l' amministrazione dell' assemblea sta procedendo alle verifiche su due deputate cinquestelle: Daniela Aiuto e Laura Agea. Aiuto ha chiesto il rimborso di una mezza dozzina di studi sul turismo che le sarebbero serviti per svolgere l' attività parlamentare. Peccato che siano risultati plagiati, copiati da siti come Wikipedia. Per questi studi ha chiesto a Strasburgo un rimborso di svariate migliaia di euro.
La seconda indagine interna sui grillini riguarda la parlamentare Agea. I sospetti riguardano un suo assistente locale che dovrebbe svolgere un' attività legata al mandato europeo della deputata ma che in realtà è un imprenditore.
Per questo a Strasburgo si chiedono come possa prestare il suo lavoro al servizio della parlamentare. E i dubbi sono accresciuti dal fatto che si tratterebbe di un attivista del Movimento, lasciando supporre che al massimo svolga compiti di politica locale e non europea, in violazione delle regole. Le due grilline avranno tempo di difendersi ed eventualmente fugare i dubbi.
Ma oggi si possono ricostruire anche altri casi di chi nel passato non ha saputo spiegare le sue attività. Come Massimiliano Bastoni, assistente parlamentare del leghista Mario Borghezio nella legislatura europea 2009-2014. In questo caso l' illecito risiede nella doppia attività di Bastoni, che oltre a essere assistente accreditato del leghista, dunque con obbligo a prestare la propria attività tra Bruxelles e Strasburgo, era anche consigliere municipale a Milano.
Per questo è finito al centro di un' indagine Olaf su un possibile danno erariale di circa 35 mila euro tra viaggi a Milano che l' allora assistente parlamentare si faceva rimborsare adducendo ragioni di servizio quando invece prendeva parte alle sedute del consiglio comunale, più una serie di emolumenti ricevuti proprio dal Comune mentre era anche pagato da Strasburgo.
È andata bene a Riccardo Nencini, attuale viceministro dei Trasporti. Il leader del Psi è stato europarlamentare dal 1994 al 1999, ma nel 2010 al termine di un' indagine interna e dell' Olaf l' amministrazione gli ha chiesto di rimborsare 455mila euro legati a viaggi non regolari e ai contratti degli assistenti. Nencini dopo un lungo iter giudiziario presso la Corte di giustizia nel 2014 ha evitato il pagamento della somma grazie alla prescrizione.
Anche Antonio Panzeri ha fatto ricorso presso la Corte di fronte ad una richiesta di rimborso.
L' eurodeputato eletto nel Pd e da pochi giorni passato a Mdp dovrebbe restituire 83mila euro per viaggi giudicati non idonei al rimborso e alcuni finanziamenti del Parlamento alla sua associazione, Milano Più Europa, legati alla precedente legislatura.