VIETNAM SENATO - A PALAZZO MADAMA MANCANO I VOTI, IL GOVERNO BALLA - SINISTRA PD DECISIVA PER LA RIFORMA COSTITUZIONALE, LA MAGGIORANZA HA SOLO 4-5 VOTI DI SCARTO, A MENO CHE NON ARRIVI IL SOCCORSO DEI VERDINIANI...

BOSCHI BOSCHI

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

Al Senato mancano i voti. Si è al limite tutti i giorni e su tutti i provvedimenti. Sarà così, a maggior ragione, al momento di votare la riforma costituzionale. Anche perché per le leggi di modifica della Carta non basta la maggioranza relativa. Serve quella assoluta: 161 senatori sui 320 aventi diritto.

 

bersani renzi bersani renzi

Per questo il governo continua a mandare segnali di apertura, soprattutto alla minoranza del Partito democratico. «Discutiamo di tutto», dicono a Palazzo Chigi, senza entrare nel dettaglio. Il ministro Boschi ha accennato al modello Bundesrat, in un’intervista al Corriere . Una forma elettiva dei consiglieri regionali. Ma la risposta dei dissidenti è decisamente negativa. «Dov’è l’apertura? In Germania c’è il proporzionale e poi il maggioritario per la Camera dei Laender. Qui avremmo due maggioritari. Non va bene», avverte il bersaniano Miguel Gotor.

 

Verdini DenisVerdini Denis

Matteo Renzi la prende da lontano ma i timori di un inciampo sono grandi. La maggioranza di governo alla Camera contava 400 deputati, 85 più del quorum. A Palazzo Madama invece l’esecutivo combatte sul filo di 4-5 voti e la minoranza del Pd conta 24 dissidenti che hanno già disertato il voto sull’Italicum. Ecco perché l’apertura del premier può diventare inevitabile. «A meno che non decida di rivolgersi direttamente a Verdini e ai suoi senatori. Lo scopriremo presto».

 

Miguel Gotor Miguel Gotor

È una mossa che non pochi nella sinistra dem attendono per “impiccare” Renzi all’accusa di voler creare un partito indistinto, il partito della Nazione che snatura il Pd. Persino l’ipotesi di un’accelerazione sul conflitto d’interessi viene letta da due punti di vista diversi. Un segnale ai ribelli democratici su un tema molto caro all’elettorato più a sinistra, cioè alla base potenziale di una nuova Cosa rossa. E un messaggio nemmeno tanto subliminale agli spezzoni di una Forza Italia già esplosa.

 

Se Verdini e Raffaele Fitto vogliono dare il colpo di grazia al Cavaliere e conquistarsi un posto al sole, hanno o avrebbero nella norma sull’incompatibilità uno strumento prezioso. Comunque il premier si ritroverà presto davanti a un bivio se è vero che la riforma costituzionale arriverà in aula alla fine di giugno.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

«Se vuole stare col Pd - dice Gotor - sa che la riforma deva cambiare, tanto più con questo Italicum. Tecnicamente sono possibili molti cambiamenti ma la decisione è solo politica. Deve prenderla Renzi». Il gruppo dei dissidenti al Senato sembra molto più compatto di quello della Camera. E sa di essere decisivo.

 

Gotor Gotor

«Ma vi immaginate i consiglieri regionali della Campania designati per fare i senatori - sottolinea Gotor -. Con le liste fatte da De Luca che Saviano definisce vicine a Gomorra? Si mettono intorno a un tavolo e dicono: io mi occupo di Asl, tu di fondi pubblici e tu vai al Senato perché c’è l’immunità parlamentare».

 

DENIS VERDINIDENIS VERDINI

Parole durissime, ma che possono cambiare in caso d’intesa tra minoranza e premier. Altrimenti il “Vietnam” per la riforma è più vicino e non ci sarà nemmeno bisogno dei gruppi parlamentari autonomi a cui lavora Pippo Civati. I senatori Pd dissidenti possono tranquillamente fare la loro battaglia rimanendo nel loro gruppo. Decisivi, per entrambi i fronti, saranno i risultati delle regionali. Li aspettano sia Renzi sia i ribelli per definire le strategie i termini di un’eventuale trattativa.

 maria elena boschi 55fa164.0 maria elena boschi 55fa164.0BOSCHI ITALICUMBOSCHI ITALICUMboschi e mattarella  boschi e mattarella BOSCHIBOSCHImaria elena boschi in legginsmaria elena boschi in leggins

 

Ultimi Dagoreport

papa francesco bergoglio balcone policlinico gemelli

DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO ZUCCHETTO: TENERLO IN VITA  HA RICHIESTO UNA ASSISTENZA STRAORDINARIA DA PARTE DELL’OTTIMO STAFF MEDICO DEL POLICLINICO GEMELLI – BERGOGLIO RICEVERÀ LE STESSE PREMURE A SANTA MARTA? UN PRIMO PESSIMO SEGNALE SI È AVUTO NELLA MODALITÀ CON CUI IL PAPA È STATO “OFFERTO” AGLI OCCHI DEI FEDELI DAL BALCONE DELL’OSPEDALE: LO STAFF VATICANO, PER NON FARLO SEMBRARE MALCONCIO, GLI HA TOLTO I NASELLI DELL’OSSIGENO, TANTO CHE BERGOGLIO NON È RIUSCITO A CONCLUDERE LA BENEDIZIONE PER L’AFFANNO…

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - SOPRAVVIVERÀ IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI AL VOTO, PREVISTO PER OTTOBRE, DI CINQUE REGIONI (OLTRE 17 MILIONI DI CITTADINI ALLE URNE)? - TRANNE LA TOSCANA SEMPRE ROSSA, CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA E VENETO SONO TUTTE CONTENDIBILI DAI DUE SCHIERAMENTI - IN PUGLIA LA VITTORIA DEL PD SAREBBE CERTA SOLO CON ANTONIO DECARO – IN VENETO, IL MELONIANO DE CARO SE LA PRENDE IN QUEL POSTO SE ZAIA PRESENTA UN SUO UOMO NELLE LISTE DELLA LIGA VENETA - DA ‘’VIA COL VENETO’’ A “PER CHI SUONA LA CAMPANIA”. DOVE SI È GIÀ IN PIENA SCENEGGIATA NAPOLETANA, STARRING MARTUSCIELLO, PIANTEDOSI, CIRIELLI, DE LUCA – MARCHE? QUASI PERSE - GIORGIA, QUI SI RISCHIA LA SCOPPOLA! CHE FARE? NEL DUBBIO, COME INSEGNA L’ANTICO CODICE DEMOCRISTIANO, MEGLIO RIMANDARE IL VOTO REGIONALE NEL 2026…

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...