SFIDA ALL’OK CORRAL PER IL CAVALIER PATONZA E TREMONTI CON LA MEDIAZIONE DI LETTA E BONAIUTI, MA SETTE MINISTRI SONO PRONTI A MANDARE GIULIETTO IN MINORANZA SE NON ACCETTA LE MISURE PER LA CRESCITA (IERI AD ARCORE SETTANTA IMPRENDITORI PER RICUCIRE CON CONFINDUSTRIA) - RUTELLI: “MA QUANTI TREMONTI ESISTONO? DICE UNA COSA IN PUBBLICO E UN’ALTRA IN PRIVATO…

1 - RUTELLI A RADIO 24: "SFIDUCIARE BERLUSCONI? LUI I NUMERI SE LI COMPRA" - "QUANTI TREMONTI ESISTONO? UNO PUBBLICO, UNO PRIVATO"
"Sfiduciare Berlusconi? Come si fa, Berlusconi se li compra i numeri. Questo è il dramma del nostro Paese". E' quanto ha dichiarato Francesco Rutelli, leader dell'Api, ospite di "24 Mattino" su Radio 24. "La mia è un'accusa non grave ma abbastanza tranquilla - ha aggiunto Rutelli -. Basta vedere quello che alcuni parlamentari che oggi danno la fiducia al governo dicevano ieri e l'altro ieri, cioè che il governo andava spazzato via. Poi trovano un accomodamento e lo difendono. E' una situazione grave".

Per Rutelli la ricetta è quella di puntare a un governo di larghe intese per fare le riforme: "Non è una ricetta popolarissima, lo so - ha premesso Rutelli -. C'è chi difende Berlusconi a oltranza e chi lo vuole buttar fuori e andare alle elezioni. Per il Terzo Polo le forze sane e dignitose si devono unire per un anno e mezzo per fare le riforme necessarie. Penso alle ricette di Draghi per il sud, quelle di Monti sul mercato interno europeo, quelle dell'Antitrust sulle liberalizzazioni. Chiedo: se si votasse ora i mercati sarebbero rassicurati? O temerebbero l'ennesima rissa? Ecco perché una fase di transizione di un anno e mezzo con un governo di responsabilità è l'unica risposta da dare al Paese e agli investitori".

Rutelli è tornato poi sull'incontro avuto due giorni fa con il ministro dell'Economia Tremonti, incrociato a Fiumicino, e che ha suscitato polemiche: "Le conversazioni private vanno tenute al riparo, ma mi ha impressionato una cosa - ha detto Rutelli -: quanti Tremonti esistono? In un momento come questo l'Italia deve avere più senso di responsabilità, e sapere che l'uomo che ha in mano tutto il potere dell'economia, visto che Berlusconi si occupa solo della sua sopravvivenza, abbia in pubblico un modo di esprimersi e in privato dica cose di segno completamente opposto, e qui mi fermo, lo reputo estremamente preoccupante".

L'affondo su Tremonti è continuato: "Se si guardano le foto del vertice del Fondo monetario, i rappresentanti di quale Paese al mondo sono gli stessi del 2001? Forse il Madagascar, ma non credo. Tremonti è al governo, tranne due anni, da un decennio. Non si è mai occupato della crescita. Tremonti ha fallito totalmente su questo fronte e ha sempre manifestato il più sovrano disinteresse su questo argomento".

Rutelli ha commentato anche le dichiarazioni del card. Bagnasco: "Le dichiarazioni dei vescovi indicano che ciò che si è detto a lungo (‘Berlusconi ha il consenso degli industriali, della Chiesa') ora non vale più. Non ha più il consenso di nessuno. E' evidente che Bagnasco rispondeva a un malessere profondo che c'è nella sua base di persone che chiedevano un pronunciamento etico e per un certo verso politico".

Infine sul caso del ministro Romano, accusato da alcuni pentiti di essere in contatto con la mafia e per il quale domani in Parlamento si vota la fiducia: "Il ministro Scajola si dimise e fu una prova di decenza che gli va riconosciuta per la vicenda della casa - ha detto Rutelli -. Io mi auguro che Romano sia innocente, ma in quale Paese al mondo resta in carica un ministro con quel tipo di accuse? Se ha quel tipo di sospetti un governo forte gli dice ‘ora mettiti da parte'. Non lo si può fare perché anche lui porta 4-5 voti come tanti altri che tengono in piedi un quadro catastrofico".

2 - OGGI L'INCONTRO MINISTRO-BERLUSCONI SETTE COLLEGHI PRONTI A MANDARE IL TITOLARE DELL'ECONOMIA IN MINORANZA
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"

Si vedranno oggi, Berlusconi e Tremonti, a Palazzo Chigi o a Palazzo Grazioli, lo assicurano fonti del governo, sperando che l'incontro non salti all'ultimo istante e che possa portare a una schiarita, l'ennesima, dopo l'ennesima rottura, fra il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia.

Si vedranno il premier e il suo ministro, dopo una lunga e faticosa opera di mediazione e riavvicinamento di Gianni Letta, ma ognuno sicuro di poter avere la meglio sull'altro, riuscendo a far prevalere la propria linea: Tremonti forte delle garanzie che ieri pomeriggio Bossi avrebbe speso a suo favore, Berlusconi più che mai deciso a dare una sterzata alla politica economica del governo e soprattutto al metodo con cui viene portata avanti.

Sembra che nelle ultime ore persino la sede del confronto sulle misure per lo sviluppo sia diventata oggetto di divisioni e contrasti. I ministri, da Sacconi a Romani, che domani dovrebbero partecipare al tavolo sulle infrastrutture avrebbero chiesto che si tenesse a Palazzo Chigi. Sarebbe stato il segnale di una piccola svolta, visto che anche la scelta della sede romana può segnalare i rapporti di forza. Tremonti, secondo l'agenzia Tmnews, avrebbe risposto picche, che se saltava la sede, via XX Settembre, saltava anche l'incontro.

Se questo genere di indiscrezioni circola, così come quella che individua in 7 il numero dei ministri che avrebbero già fornito al Cavaliere garanzie sulla disponibilità di mandare Tremonti in minoranza alla prossima riunione del governo, allora vuole dire che una schiarita fra i due litiganti è ancora lontana. Ma non è detto che oggi, come sperano Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, non si compiano già dei primi passi avanti.

L'incontro si annuncia politico e insieme operativo. A meno di sorprese o di strappi infatti Berlusconi porterà con sé alcune proposte: nel governo assicurano che Brunetta, Romani e Sacconi, ognuno per le proprie competenze, hanno in fase di definizione varie misure per la crescita. Il Consiglio dei ministri, anche se non ancora fissato, potrebbe tenersi venerdì sera, a Borse chiuse.

Di crescita e sviluppo, e anche del confronto imminente con Tremonti, si discuteva certamente ieri sera ad Arcore, dove il capo del governo ha ricevuto per cena una settantina di imprenditori, iniziativa che qualcuno ha letto come una reazione alle critiche durissime ricevute in questi giorni dai vertici di Confindustria.

Anche ieri è toccato a Guido Crosetto, ormai una sorta di «portavoce» dei malumori che si respirano dentro l'esecutivo, dar voce alle critiche contro Tremonti: «Non possiamo permetterci di perdere tempo nel cercare di far ragionare chi non ha voglia di ragionare. I problemi caratteriali sono difficili da risolvere forse più di quelli economici».

«L'atteggiamento di dire "so tutto io, non ho nulla da sentire, non c'è nessuno che può dirmi qualcosa di nuovo e di intelligente a cui io non abbia già pensato" - continua Crosetto - ha senso se c'è una proposta che ci convinca, ma di proposte non ne ho ancora viste, quindi, se non ci sono proposte da parte sua, ce ne saranno dal resto del mondo e si deciderà di seguire quelle che il Consiglio dei ministri, delegato a decidere e a maggioranza, deciderà di fare».

 

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