L'ARISTOCRAZIA DEL M5S - ROBERTA LOMBARDI DIVIDE I GRILLINI IN DUE FAZIONI: “CI SONO QUELLI CHE SONO ARRIVATI PRIMA DEL 2012, CIOÈ LA VITTORIA DI PARMA: IO, RUOCCO, TAVERNA E FICO. E CI SONO QUELLI ARRIVATI DOPO”. ANCORA STOCCATE ALLA RAGGI: “A ROMA C’È IL M5S E C’È IL SINDACO, SONO SU DUE STRADE DIVERSE”
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
DIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDI
Non si può dire che Roberta Lombardi non abbia il coraggio di parlare con franchezza. Di recente, hanno fatto scalpore la definizione di Raffaele Marra come del «virus che ha infettato il Movimento» e l' invito alla sindaca Virginia Raggi a «pubblicare i pareri dell' Anac».
Ora, a Palermo, è stata tra gli organizzatori della manifestazione «Italia a 5 Stelle», ma non rinuncia a parlare chiaro. Anche con durezza (anche se sul palco, vicino a Grillo, si commuove). E lo fa a partire proprio dalla Raggi.
Lei ha preso le distanze da alcuni atti della sindaca Raggi. Che rivendica autonomia.
Fino a dove può arrivare questa autonomia?
«A Roma c' è il Movimento 5 Stelle e c' è il sindaco di Roma, sono su due strade diverse. Per ora procedono su binari paralleli: speriamo che prima o poi le due strade si incontrino e finiscano per coincidere».
virginia raggi roberta lombardi
Lei è stata molto dura con Raggi. Ne ha pagate le conseguenze nel Movimento?
«Ma no, non ho pagato alcuna conseguenza».
Grillo è tornato capo politico e ha sciolto il Direttorio.
«No, non mi risulta che abbia sciolto il Direttorio. E Grillo ha sempre avuto un ruolo politico, sin dall' inizio».
Anche il Direttorio però ha assunto un ruolo politico.
«All' inizio no. Il direttorio è stato creato il giorno dopo l' assedio dei fuoriusciti a casa di Grillo. Lui disse: d' ora in poi questi problemi ve li vedete voi. E quindi è servito soprattutto da filtro tra Beppe e questi problemi. E ha avuto soprattutto un ruolo di comunicazione. Poi è vero che con il tempo si è creato un po' un equivoco e certe uscite comunicative sono diventate politiche. E dunque sbagliate».
Come quella del governo di scopo, di Di Battista?
«Sì, è stata un' uscita sbagliata. Mentre è stato giustissimo difendere e imporre la questione del reddito di cittadinanza. Ma in quel caso era diverso, su quel tema ci abbiamo lavorato».
La comunicazione è diventata predominante. Da Roberto Fico, che è nel direttorio, sono arrivate critiche molto forti. Ha parlato di «vippaggine inutile», di troppi selfie e post celebrativi.
«Diciamo che c' è un prima e un dopo. Ci sono quelli che sono arrivati prima del 2012, cioè la vittoria di Parma: io, Carla Ruocco, Paola Taverna e Roberto Fico. E ci sono quelli arrivati dopo».
La vecchia e la nuova guardia.
«Quell' anno è stato un po' spartiacque. Noi badavamo soprattutto alla sostanza, al lavoro di squadra. Chi è arrivato dopo spesso ha fatto prevalere la comunicazione alla sostanza. Il problema è che talvolta, per la fretta di comunicare, un po' alla Renzi, butti il cuore oltre l' ostacolo e dici cose che non rappresentano il Movimento».
Di Maio e Di Battista sono i nuovi leader politici del Movimento, insieme a Grillo?
«Ognuno di noi sa fare bene delle cose. È il metodo di Beppe, quello di assegnare a ciascuno un compito, magari senza neanche un incarico ufficiale. Di Maio e Di Battista, sono bravi a comunicare ed è giusto che vadano in tv. Ma non hanno un ruolo politico».
L' unico leader politico è Grillo?
«Tra noi deve valere il lavoro collettivo. Per essere leader occorre l' autorevolezza. E per ora quella c' è l' ha solo Beppe».
E Davide Casaleggio?
«La sua figura è molto importante ed è legata soprattutto alla gestione del blog. E poi è figlio di Gianroberto ed è grazie a lui se ci vediamo tutti gli anni in una grande manifestazione. Io adoro tutti i Casaleggio».