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Suona il de profundis per Amadeus? È troppo presto per dirlo, ma il deludente esordio nell’access prime time del Nove merita una riflessione.
In primis quel 5.2% di share con 926mila spettatori sul Nove di Amadeus contro il 25% con 4.4 milioni di telemorenti su Rai1 per “Affari tuoi”, targato Stefano De Martino, vuol dire una cosa sola: il servizio pubblico resta un punto di riferimento fortissimo per milioni di italiani che, abituati a lasciare accesa la tv dopo il TG1, non mollano un format di successo solo perché è cambiato il presentatore. E, infatti, ad aprire i pacchi ad “Affari tuoi” ne sono passati tanti: Paolo Bonolis, Pupo, Antonella Clerici, Flavio Insinna, Max Giusti, Carlo Conti e Amadeus.
affari tuoi - stefano de martino
E tutti hanno incollato davanti alla tv nell’access prime time di Rai1 milioni di italiani. In pratica, in quel 25% c’è poca farina del sacco di De Martino.
Il programma era "avviato", portato persino al 28% da Amadeus che ha lasciato nella mani dell’ex signor Rodriguez una Ferrari che va a 300 all’ora. Andarsi a schiantare è pressoché impossibile.
L’importante è non strafare, non cambiare nulla, seguire il rettilineo. E, se possibile, essere poco ingombrante all’interno del game show. Cosa che a De Martino riesce benissimo.
Altro elemento fondamentale è la potenza del format. “Affari tuoi”, in assoluto, ha sempre avuto un appeal diverso rispetto a “I soliti Ignoti”, ora trasformato sul Nove in “Chissà chi è”.
I pacchi sono sempre piaciuti di più e lo sa bene Amadeus che li ha presentati entrambi con risultati diversi. Senza contare che De Martino ha fregato tutti sui tempi, iniziando con due settimane di anticipo su Amadeus che è partito in ricorsa.
E la potenza del format apre un altro capitolo, a esso intrecciato, sull’importanza di un presentatore. In alcuni casi è fondamentale, in altri è soltanto un rumore di sottofondo. Tanto più che stiamo parlando di game show e non di programmi la cui identità è quasi sovrapponibile a quella presentatore.
Non a caso Fabio Fazio e Maurizio Crozza sono riusciti a convincere il loro pubblico traslocare su un altro canale (dalla Rai a Nove). Sono casi in cui i tele-morenti s'accodano al presentatore e non al prodotto. Nei game show gli equilibri si ribaltano: è la cornice che fa il quadro. E De Martino ne è l’esempio: pur non avendo apportato alcuna innovazione al programma e risultando addirittura impacciato nella conduzione, macina ascolti.
E qui entra in campo il cachet dei presentatori, soprattutto se legato ai contratti del servizio pubblico. Amadeus si è messo in tasca 10 milioni di euro per un contratto di quattro anni.
Una fiducia riconosciuta a scatola chiusa da Discovery al presentatore dei record di Rai1 che sostiene di aver cambiato aria e di aver lasciato la Rai non per i soldi (il servizio pubblico gli aveva comunque offerto la stessa cifra del Nove), ma perché “mancava l’affetto”.
Tradotto: non si sentiva più ben voluto. Stefano De Martino ha firmato un contratto-monstre con la Rai di quattro anni dal valore di 8 milioni di euro. Uno sproposito se si considera l'esperienza tv dell'ex di Belen e se si paragona il contratto di De Martino al cachet di Amadeus (che ha una carriera quarantennale e ha portato in dono alla Rai molti successi a partire dai cinque Festival di Sanremo).
E tra l'altro, da stra-pagato, De Martino è stato paracadutato alla conduzione di un programma che...si conduce da solo, come visto. Non c'era bisogno di lui per portare ascolti ad "Affari tuoi". Dunque, cosa giustifica il maxi-emolumento al 34enne napoletano?
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