“VACANZE DI NATALE? IL FILM ERA 40 ANNI AVANTI” - ENRICO VANZINA RACCONTA LA COMMEDIA DI CUI RICORRE IL QUARANTENNALE: “DE SICA SORPRESO A LETTO CON IL MAESTRO DI SCI DAI GENITORI FA UN DISCORSO SUL FLUIDO CHE È ATTUALISSIMO: “PAPÀ IO SONO MODERNO” - GUIDO NICHELI? VACCHI È LUI, PORTATO ALL’ESASPERAZIONE. SOLO CHE IL DOGUI ERA BUFFO E SIMPATICO E INVECE QUESTI SONO INQUIETANTI" – JERRY CALA E LE SCENE CON STEFANIA SANDRELLI CHE BACIAVA PER DAVVERO: "IL SEGRETO DEL SUCCESSO? DE LAURENTIIS CHE CI DICEVA ‘NON FATE RIDERE’…” – VIDEO

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Arianna Finos per la Repubblica - Estratti

 

Enrico Vanzina è l’autore con il fratello regista Carlo, (scomparso nel 2018) di soggetto e sceneggiatura di Vacanze di Natale.

carlo enrico vanzina carlo enrico vanzina

 

Il film era una fotografia comica dell’Italia del 1983. Quanto è cambiato da allora e cosa avevate già intuito dell’oggi?

«Il film era quarant’anni avanti, c’era una linea precisa di quello che sarebbe successo. Fino ad allora c’era una antica borghesia soprattutto del Nord — perché a Roma era completamente diversa — traghettata dall’800 e che fino a quel momento puntava sull’essere, sullo studio, su come migliorarsi.

 

Invece a certo punto in Italia la borghesia ha pensato all’avere non più all’essere. Oggi la borghesia è in totale ritirata, si è spostata su posizioni di sinistra, tradendo il suo dna originale. Visto oggi Vacanze di Natale è stato un mattoncino del racconto di un cambiamento sociologico che fino a quel momento non era mai stato intercettato».

jerry cala 1 jerry cala 1

 

Le capita di vedere ancora in giro qualcuno che rimanda a quei personaggi?

«Come Sordi ha copiato gli italiani con i suoi personaggi, così gli italiani poi hanno fatto con lui. Il film diventa una ispirazione per un modo di essere, e ancora in tanti si ispirano a quei personaggi. Anche il personaggio di Guido Nicheli è un modello di un certo tipo di personaggi che esiste ancora. Vacchi è proprio lui, portato all’esasperazione. Solo che lui era buffo e simpatico e invece questi sono un poco inquietanti».

vacanze di natale vacanze di natale

 

Che rapporto ha lei con il film?

«Fortissimo, con Carlo abbiamo raccontato qualcosa di molto preciso. La commedia riprende un lato che possiamo chiamare neorealista: si tornava a raccontare la realtà, in modo anche buffo. Ero a Capri e scrissi il pezzo in cui il personaggio di Christian De Sica viene sorpreso a letto con il maestro di sci dai genitori e fa un discorso sul fluido che è quarant’anni avanti. “Papà io sono moderno”».

 

(...)

 

 

guido nicheli stefania sandrelli guido nicheli stefania sandrelli

JERRY CALÀ

Arianna FInos per la Repubblica - Estratti

 

Malgrado Enrico Vanzina sostenga di aver plasmato il personaggio su sé stesso, Jerry Calà non ha dubbi: «Billo sono io». È lui il cantante da piano bar, seduttore seriale protagonista di Vacanze di Natale e di una storia d’amore con Stefania Sandrelli.

 

Che rappresenta quel film per lei?

vacanze di natale 21 vacanze di natale 21

«Una consacrazione. Il personaggio è quello che mi è rimasto più addosso. Ero molto Billo all’epoca, oggi mi sono calmato».

Con i Vanzina l’incontro c’era stato molto prima.

«Erano venuti a vedere in teatro a Roma i Gatti di Vicolo Miracoli. Con Carlo ed Enrico facemmo due film. Poi mi scelsero come protagonista e io uscii dai Gatti».

 

(...)

Com’è stato recitare con Stefania Sandrelli?

«Era un mito. Dovevamo fare una scena con un bacio e lei così, tanto per farmi stare tranquillo, mi disse “Oh Jerry, guarda che io i baci per finta mica li so dare”. Risposi, timido: “Si figuri…”». La sua battuta culto? «“Non sono bello, piaccio”: ho innalzato la categoria dei simpatici non bellissimi».

vacanze di natale vacanze di natale

 

Quell’Italia?

«Vacanze di Natale fu un film che non ritengo appartenere alla categoria successiva dei Cinepanettoni. È una signora commedia. È un “instant movie”, fotografia di quegli anni Ottanta, gli italiani in vacanza, gli arricchiti, i vorrei ma non posso, i nuovi ricchi romani a cui si dedicava la battuta “fora i romani dal Veneto”. Tutti volevano mostrarsi belli e spendaccioni».

 

Segreto del successo?

«Aurelio veniva da Roma a dirci ogni volta: “Ho visto i giornalieri, guardate che non fate ridere”. Lo faceva apposta, noi ci guardavamo e ce la mettevamo tutta. Una bugia che ha avuto un effetto benefico».

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