COSI NON VALIUM – SI RIAPRONO LE INDAGINI SUL PRESUNTO OMICIDIO DI ALCUNI PAZIENTI DA PARTE DI UN INFERMIERA IN UN OSPEDALE IN PROVINCIA DI BERGAMO – I CASI RISALGONO AL PERIODO TRA IL 2015 E IL 2015, QUANDO PER L'ALLORA INFERMIERA ANNA RINELLI ERA STATA FORMULATA L'IPOTESI DI OMICIDIO PRETERINTENZIONALE: AVREBBE UCCISO SOMMINISTRANDO DOSI DI SEDATIVO NON PREVISTE DALLE TERAPIE – MA ORA SI ESPLORA UN’ALTRA IPOTESI...

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Maddalena Berbenni per il “Corriere della Sera”

 

INFERMIERI INFERMIERI

Adamo Guerinoni era stato il primo. Aveva 76 anni, un cancro ai polmoni, forse se ne sarebbe andato comunque di lì a poco. Quella della sua morte fu la notte dei sospetti, all'ospedale di Piario, Alta Val Seriana. Era il 2 novembre 2015 e, al mattino, altri due anziani ricoverati nel reparto di Medicina non si svegliarono: uno finì in coma, l'altro riaprì gli occhi a distanza di 24 ore. Primario e caposala si presentono in caserma a Clusone cinque giorni dopo, denunciando la contestuale sparizione di fiale di Valium. 

 

INFERMIERA PAZIENTE INFERMIERA PAZIENTE

Oggi, il nome dell'anziano compare in un elenco di 13 parti offese, ma viene da chiedersi se alla famiglia sarà mai concesso il lusso della verità. Ai Guerinoni come ai Pezzoli, Savoldelli, Scandella, altri figli, nipoti, fratelli, considerato che la prescrizione potrebbe arrivare prima dell'eventuale processo. 

 

Resta un alone di mistero sul caso scoperchiato dai carabinieri nei mesi a cavallo tra 2015 e 2016, quando per l'allora infermiera Anna Rinelli era stata formulata l'ipotesi di omicidio preterintenzionale con il dubbio che nei suoi frequenti turni notturni avesse ucciso pazienti, somministrando dosi di sedativo non previste dalle terapie. 

 

INFERMIERA CORSIA INFERMIERA CORSIA

Quasi sei anni dopo, l'accusa è rimasta in piedi, ma è stata riformulata in maltrattamenti, che nella fattispecie si prescriveranno entro metà 2023. L'avviso di conclusione indagini è firmato dal magistrato titolare, il pm Carmen Pugliese, andata in pensione a inizio 2020. Le difese lo hanno ricevuto ad aprile 2021 e ora attendono di capire, dopo il passaggio ad altri due pm, se l'attuale, Emma Vittorio, chiederà il rinvio a giudizio. 

 

dottoressa dottoressa

A Rinelli è contestato di avere sedato 13 pazienti con Diazepam e il più potente Midazolam, «determinando sugli stessi uno stato di sofferenza consistito in un artificioso intorpidimento» e in due casi di averli contenuti fisicamente con fasce addominali e polsiere. Accuse che, assistita dagli avvocati Veruska Moioli e Michele Cesari, respinge dal primo giorno e ritiene «profondamente ingiuste». Di parlare non se la sente. Anche per lei è un'odissea. Ha 48 anni, ha lasciato la sanità pubblica, così come la valle, e si è iscritta di nuovo all'Università. 

 

Il valium funziona da sedativo Il valium funziona da sedativo

«Ha lavorato come infermiera fin da dopo il diploma, sempre con massima professionalità ed etica», rimarca Moioli. Si dice «serena» anche rispetto all'ulteriore contestazione, di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, contenuta in un fascicolo a parte tuttora in fase di indagine. Innocente si dichiara anche l'ex caposala Paola Bosio, la stessa dell'esposto iniziale. 

 

È a sua volta indagata nel capitolo dei maltrattamenti per avere omesso di vigilare sugli ammanchi di psicofarmaci in reparto e sulle condotte della collega. L'inchiesta aveva svoltato già a giugno 2016. Riesumati 5 pazienti deceduti dopo i turni della Rinelli (i carabinieri avevano sequestrato 89 cartelle cliniche), i due medici legali e il tossicologo incaricati dal pm avevano escluso che i quantitativi di Valium rintracciati negli organismi fossero stati letali o avessero contribuito a un aggravamento delle condizioni di salute.

VALIUM VALIUM

 

 Avevano escluso, anche, di poter risalire ai quantitativi iniettati ai malati quando erano vivi. Fra di loro c'era Luigi Fantoni, 90 anni, di Clusone, morto la notte del 6 ottobre 2015. Fu Rinelli a telefonare al figlio Bruno, che ha portato avanti l'impresa edile di famiglia e oggi è in pensione: «In paese ormai hanno smesso di chiedermi com' è finita - racconta -. Dico solo una cosa, che se quell'infermiera ha davvero fatto ciò di cui l'accusano, mio padre non se lo meritava. Non osava nemmeno suonare il campanello per paura di disturbare».

 

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