Estratto dell'articolo di Franco Giubilei per www.lastampa.it
L’Italia che si rispecchiava nel cafonal ante litteram di Vacanze di Natale aveva il suo eroe in Jerry Calà, un rampante suo malgrado, un provinciale dall’accento milanesizzato che rappresentava bene l’Italia dei parvenu il cui unico obiettivo era imbucarsi alle feste dei Vip autentici.
I festeggiamenti dei quarant’anni del film, ovviamente a Cortina, e la proiezione al cinema della versione restaurata – trattamento riservato in genere ai capolavori della Settima arte – rendono conto di una commedia che colse così bene lo spirito del tempo da chiedersi se i protagonisti si rendessero conto di quel che stavano facendo: «In realtà non si può mai prevedere il successo di un film – risponde l’attore –, ma in un certo senso capivano che quello aveva gli ingredienti giusti per diventarlo: c’era già stato Sapore di mare, di cui Vacanze di Natale era la versione invernale, nel cast c’era una bella alchimia, con attori emergenti come De Sica, Amendola e me. E poi c’era una colonna sonora con molti grandi successi di allora».
Lei nel film ha recitato con Stefania Sandrelli, che ricordo ne ha?
«Nel mio episodio ho avuto l’onore di recitare con lei: la prima sera c’era una scena in cui ci dovevamo baciare e lei mi disse: guarda che io i baci finti non li so dare. E io: si figuri. Quel bacio in effetti è stato meraviglioso».
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Quanto ci ha azzeccato Vacanze di Natale? L’Italia anni Ottanta era veramente così?
«C’era il cafonismo, l’arrivismo, il voler apparire, il vorrei ma non posso. Ce l’ha insegnato Sordi: la satira deve essere cattiva».
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Nel cinema c’è un suo nuovo lavoro in uscita?
«A Natale uscirà un film che ho girato tutto a Napoli e di cui ho curato anche la regia, titolo Chi ha rapito Jerry Calà, con un cast di attori napoletani e la partecipazione di miei amici veri: Boldi, Mara Venier, Umberto Smaila. Sarà disponibile su Prime, Chili, Apple Tv, Google Tv e iTunes».
E a teatro?
«Giro continuamente col mio spettacolo, sia nei teatri che nelle piazze, un one man show su vita e carriera con la musica dei miei film».
La critica ha parlato male di lei ma poi ha dovuto ricredersi quando girò con Marco Ferreri in Diario di un Vizio, del ’93: che le disse Werner Herzog di quel film?
«Al Festival di Berlino me lo ritrovai vicino senza sapere chi fosse, poi ci siamo presentati e lui mi disse: “Hai dei figli? No? Peccato, se no avresti potuto raccontare loro di aver fatto un film come questo. Merito di un maestro come Ferreri».
Torniamo a Vacanze di Natale: che ruolo ha avuto il produttore Aurelio De Laurentiis?
«Quel furbacchione, quando tornava a Roma dove guardava i giornalieri del film, ci riuniva e ci diceva: non fate ridere manco per niente, dateci dentro! Noi ci rimanevamo male, qualcuno piangeva...».
I festeggiamenti di Vacanze di Natale a Cortina, luogo simbolo dell’Italia rampante e cafona che ci raccontava, sembrano dire che il film è invecchiato bene, qualcuno parla anche di cult...
«Penso che sia così, e le celebrazioni dal 15 al 17 dicembre a Cortina in luoghi come l’Hotel Posta dicono che Vacanze di Natale è rimasto nella memoria. Io avrò la prima serata e porterò i miei musicisti. Anche l’uscita del film in duecento sale il 30 dicembre, a ben quarant’anni dalla realizzazione, dimostra la stessa cosa».
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