CHE FARE CON CASALEGGIO? - IL M5S DEVE RISOLVERE LE GRANE CON IL FIGLIO DEL FONDATORE E LA PIATTAFORMA ROUSSEAU - LA MAIL DI BEPPE GRILLO PER RINVIARE IL VOTO SUL DIRETTORIO A CINQUE MA I RIBELLI SI ORGANIZZANO E POTREBBERO PUNTARE SU ANTONELLA LARICCHIA, EX CANDIDATA PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA - SI AUTOCANDIDA DINO GIARRUSSO - LE IPOTESI TONINELLI E PAOLA TAVERNA - DI MAIO SI TIENE LONTANO DALLA RESSA - L'ENIGMA CONTE: GLI DEVONO TROVARE UN POSTICINO...
Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
«Spero che il M5S possa accogliere Giuseppe Conte il prima possibile», dice Luigi Di Maio. Non è ancora definito il come, con quale ruolo; né il quando. Ma nelle prossime settimane il Movimento dovrà ridisegnarsi nel suo complesso. Eleggendo i cinque membri del nuovo direttorio, definendo i propri rapporti (oggi pessimi) con la piattaforma Rousseau, ritagliando un ruolo per l' ex presidente del Consiglio. Le tre cose non sono elencate in ordine temporale, si sa però che il reggente capo politico Vito Crimi - "reggente" di un ruolo che tecnicamente non esiste più - potrebbe rendere pubblica una mail di Beppe Grillo che invita a rimandare la votazione sui cinque.
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1
Il direttorio si farà, ma non a brevissimo. Evidentemente c' è prima da chiarire il conflitto con Davide Casaleggio e la sua struttura tecno- politica. Per dire, sempre Grillo che ha dato il suo pieno sostegno alla ricandidatura di Virginia Raggi (non a caso una delle prime ad aprire all' appoggio a Draghi...) si è ben guardato dal menzionare il voto su Rousseau a suo favore, richiesto dalla stessa sindaca giorni fa.
Comunque, in attesa di indicazini sulla tempistica, dietro le quinte ci si organizza per entrare nella "segreteria", come si chiamava una volta nei partiti. L'area dibattistiana rimasta orfana potrebbe puntare su Antonella Laricchia, già candidata presidente per la Regione Puglia. Quando Crimi ha annunciato l'espulsione dei senatori che avevano votato no, tra i 23 mila commenti sotto al post Facebook c'era anche il suo: «Questa scelta è l'ennesima prova d' inadeguatezza di una classe dirigente miope, che sembra vivere su Marte e sta affossando il M5S in pochi anni. E credo che tu sia solo la punta dell' iceberg».
Una che non le manda a dire. Si parla della vicepresidente del Senato Paola Taverna, non felicissima dell'appoggio al governo Draghi; alcuni 5 Stelle le contestano il fatto di non aver rispettato una norma interna, cioè quella di non ricevere le indennità di carica, cosa che lei invece ha fatto («ma quei soldi li ho donati alla Protezione civile», la sua risposta).
In pista c'è Danilo Toninelli, un altro poco convinto della scelta sul nuovo esecutivo.
L'eurodeputato Dino Giarrusso è l'unico ad aver ufficializzato la propria corsa, ieri su Repubblica . Ci stanno pensando anche il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale lombardo Dario Violi, anch' egli durissimo giorni fa contro la gestione generale di questa fase di passaggio politico, dal fallimento del Conte ter all' attuale esecutivo («Il merito da noi è stato considerato una colpa, se non hai abbastanza like finisci nell' angolo», si sfogò).
Piccolo particolare: il capo delegazione dei 5 Stelle al governo non potrà candidarsi. Nel Conte bis il ruolo era ricoperto da Alfonso Bonafede, a questo giro non è stato ancora designato. Ma comunque Di Maio non sarebbe interessato a farne parte. Poi c' è Barbara Lezzi, espulsa, che annuncia battaglie legali. Lei non si considera fuori dal Movimento e vuol correre per il direttorio.
«Voglio restare, non mi vedo da nessuna altra parte, per questo faccio ricorso», le sue parole ieri, ospite di Lucia Annunziata su Rai3 . Gli espulsi in tutto, al momento, sono 40. Chi è fuori dal gruppo parlamentare è automaticamente fuori dal partito; se qualcuno (come Lezzi, appunto) pensa a ricorsi e carte bollate, molti altri ormai si sono messi l' anima in pace. «Quando ho votato no, sapevo benissimo a cosa andavo incontro, non farò azioni legali», spiega ad esempio la deputata Doriana Sarli, che potrebbe accasarsi a sinistra.
DANILO TONINELLI MATTIA CRUCIOLI
C' è chi, com' è noto, pensa a formare una componente di ex, al Senato come alla Camera. «Se ci riusciamo bene, se no ricordo che Umberto Bossi a fine anni '80 fece un chiasso incredile anche senza avere un gruppo alle spalle», commenta Pino Cabras.
Quanto a Conte, infine, c' è il suo ex portavoce Rocco Casalino che continua a ribadire di esser speranzoso, «tornerà a darci una mano, ce n' è bisogno». Istituire una figura ad hoc per lui, tipo la presidenza, non è impossibile, gli statuti sono fatti per esser modificati. La volontà di chi resta nel M5S c' è tutta, ci sarà anche la sua?