carlo clericetti draghi giavazzi

GIAVAZZI AMARI PER DRAGHI – CARLO CLERICETTI: “IL DISCORSO DI DRAGHI IN SENATO SUL FISCO E' UN “COPIA E INCOLLA” DI UN ARTICOLO DEL SODALE FRANCESCO GIAVAZZI - SE DRAGHI LA PENSA COME GIAVAZZI, QUEL (NON) TANTO DI PROGRESSISMO CHE È RIMASTO NEL PD, NEI 5S E IN LEU DOVRÀ METTERGLI LE BRIGLIE. ALTRIMENTI, A TENERSI UN GOVERNO DI DESTRA PER NON ANDARE AD ELEZIONI DOVE C’È LA POSSIBILITÀ CHE VINCA LA DESTRA, BEH, NON SI VEDE IL VANTAGGIO”

Carlo Clericetti - 

carlo clericetti

https://clericetti.blogautore.repubblica.it

 

Impariamo il termine “sinottico” quando ci parlano dei Vangeli di Matteo, Marco e Luca, così definiti perché, spiega il dizionario Treccani, “rivelano un notevole parallelismo e una stretta affinità e concordanza tanto da poter essere pubblicati a colonne affiancate”.

 

Lo stesso si potrebbe fare con la parte del discorso di Mario Draghi in Senato che parla di fisco e un articolo pubblicato il 30 giugno dello scorso anno sul Corriere della Sera da Francesco Giavazzi.

 

Anzi, più che di affinità si dovrebbe parlare, per varie frasi, di “copia e incolla”, perché sono uguali alla lettera. Chi vuol togliersi la curiosità di controllare può ritrovare l’articolo sulla pagina personale di Giavazzi nel sito della Bocconi, o scaricare direttamente il pdf a questo link.

 

Giavazzi Draghi

Ci si ritrova proprio tutto: il sistema fiscale che non si cambia una tassa alla volta ma con una riforma complessiva (ma questo, in effetti, lo direbbe chiunque abbia qualche cognizione della materia), il fatto che in questo modo si frena meglio l’intervento delle lobby, l’esempio della riforma danese. 

 

draghi feltri draghi giavazzi aneri

Giavazzi dice anche come è stata finanziata la riforma: “Queste misure venivano finanziate introducendo un tetto di 50.000 corone alle detrazioni per gli interessi (la misura più controversa), limitando le agevolazioni fiscali al risparmio previdenziale, aumentando l’imposizione sulle pensioni superiori a una data soglia e tagliando le agevolazioni fiscali di cui godevano alcune imprese”. 

 

Fabiano Fabiani Mario Draghi

Se davvero a Draghi piace la riforma danese  potrebbe fare qualcosa di simile. Giavazzi scrive anche che l’aliquota più alta fu tagliata del 5,5%; in realtà da questa tabella risulta che l’aliquota marginale danese, che nel 1993 era del 68,7% e nel 2008 era scesa al 63, fu portata nel 2010 al 56,1. Sempre molto più alta della nostra, che è al 43%.

 

Se quello di Draghi fosse stato un saggio si potrebbe parlare di plagio. Ma era un discorso programmatico, in cui è lecito accogliere contributi di chi si ritiene esperto in una data materia. Per la verità Giavazzi è certo un economista eclettico, ma non è uno specialista di Scienza delle finanze, insegna Economia politica e Politica economica. 

ALESINA GIAVAZZI

 

Ma tra lui e Draghi c’è un antico sodalizio. Quando quest’ultimo era direttore generale del Tesoro lo chiamò a dirigere l’ufficio studi e a occuparsi della gestione del debito pubblico e delle privatizzazioni.

 

Come la pensi Giavazzi in economia non è certo un mistero, dato che è un prolifico editorialista del Corriere. Editoriali che firmava sempre insieme ad Alberto Alesina, l’inventore dell’”austerità espansiva”, fino a quando questi è scomparso prematuramente lo scorso anno. 

FRANCESCO GIAVAZZI - DALLA SUA PAGINA FACEBOOK

 

Questa tesi che i tagli alla spesa pubblica e alle tasse fanno crescere di più mandò in sollucchero tutte le destre del mondo, ma alla prova dei fatti si è rivelata una bufala e ormai a sostenerla sono rimasti in pochi. 

 

Peccato che, nel frattempo, chi l’ha applicata abbia massacrato la vita dei ceti meno abbienti, ma che ci vuoi fare, tutti possono sbagliare. E con Alesina aveva anche scritto un libro dal titolo “Il liberismo è di sinistra”, toccando così vette non si sa se comiche,  di completa confusione mentale o di estrema mistificazione.

 

Ora, era già assai preoccupante l’accenno di Draghi alla riforma danese,  ma se ha deciso di farsi consigliare da Giavazzi c’è da preoccuparsi ancor di più, perché significa che ci inoltreremo nel neoliberismo duro e puro, quello che ha permesso che milioni di persone delle economie sviluppate scivolassero nella povertà. 

mario draghi come dracula per la bild 2

 

Alla Bce Draghi ha fatto una politica originale, e per la verità – negli ultimi anni – ha fatto più di un appello ai politici perché si decidessero a usare la politica fiscale. Agiva però in un campo limitato. Ora, da presidente del Consiglio, non si dovrà occupare solo di macroeconomia, ma anche di pensioni, welfare, mercato del lavoro, rapporto tra pubblico e privato (e di tante altre cose). 

 

Se la pensa come Giavazzi, quel (non) tanto di progressismo che è rimasto nel Pd, nei 5S e in Leu dovrà mettergli le briglie. Altrimenti, a tenersi un governo di destra per non andare ad elezioni dove c’è la possibilità che vinca la destra, beh, non si vede il vantaggio.

 

mario draghi e il figlio giacomo

DAGO-PS

Laureato in Bocconi, il figlio di Draghi, Giacomo,  ha discusso la tesi con Francesco Giavazzi e ha iniziato la carriera lavorativa come trader in Morgan Stanley su derivati denominati in valute tra euro e franchi svizzeri e, successivamente, è entrato in Lmr Partners, hedge fund londinese. 

carlo clericettimario draghi carlo azeglio ciampiDRAGHI CARLId alema premier ciampi ministro del tesoro mario draghi direttore generale

 

Ultimi Dagoreport

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…