NIENTE È IMPOSSIBILE – BARTALI AL TOUR, MENNEA A MOSCA, SENNA A SUZUKA, IL LIVERPOOL CONTRO IL MILAN E, OGGI, ORACLE NELLA AMERICA’S CUP DI VELA: NELLO SPORT LA RIMONTA È UN CULT…

Alessandro De Vecchi per "repubblica.it"

Da 8-1 a 8-8. La sfida finale della Coppa America tra New Zealand e la statunitense Oracle ha dell'incredibile. Nelle acque di San Francisco, i neozelandesi avevano dominato le prime regate, portandosi a una sola vittoria dalla conquista del trofeo. Ma qui è partita l'incredibile rimonta dell'equipaggio americano che, senza la penalizzazione di 2 punti avrebbe già clamorosamente riconfermato il successo dell'edizione precedente. Un epilogo straordinario e imprevedibile, ma la storia dello sport ci insegna che le grandi rimonte non sono poi così impossibili.

CALCIO - Alcune delle pagine più epiche nel mondo del pallone sono state scritte proprio per celebrare vittorie già in tasca sfumate all'ultimo secondo e, allo stesso tempo, successi raggiunti in modo incredibile. Ne sa qualcosa il Milan di Carlo Ancelotti che, nel 2005 a Istanbul, era in vantaggio 3-0 (doppietta di Crespo e gol di Maldini) dopo il primo tempo della finale di Champions League contro il Liverpool di Rafa Benitez. Poi nella ripresa le reti di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso riequilibrarono il risultato e la coppa la alzarono i "Reds" dopo i calci di rigore, con i rossoneri ipnotizzati dalla "danza" del portiere polacco Dudek.

Nella stessa stagione, sull'altra sponda della Milano calcistica, troviamo un'impresa dell'Inter a San Siro in campionato contro la Sampdoria: i doriani segnarono nel primo tempo con Tonetto e raddoppiarono con Kutuzov a 8 minuti dalla fine. Sembrava fatta ma l'Inter ribaltò tutto con 3 reti in 5 minuti (dall'88′ al 93′), l'ultima delle quali uno straordinario tiro da fuori area, marchio di fabbrica dell'attaccante uruguaiano Alvaro Recoba. E che dire dell'epilogo di un'altra indimenticabile finale di Champions League: quella di Barcellona nel 1999 fra Manchester United e Bayern Monaco.

I bavaresi in vantaggio per 1-0 (rete di Basler) fino ai minuti di recupero del secondo tempo (dopo aver colpito anche un palo e una traversa), quando le reti delle "riserve di lusso" Sheringham e Solskjaer al 91' e al 93' siglarono un 2-1 incredibile, che fece virare la coppa in direzione Old Trafford. Ma si può andare anche oltre il calcio europeo, ricordando la partita inaugurale della Coppa d'Africa 2010: i padroni di casa dell'Angola vincevano per 4-0 a 11 minuti dalla fine. Poi l'impensabile: il Mali rimontò fino al 4-4, segnando due gol nel recupero, uno al 93′ e l'altro un minuto dopo. Riavvolgendo il nastro della storia del calcio, possiamo andare al Mondiale del 1966, quello della clamorosa eliminazione dell'Italia di Fabbri ad opera della Corea del Nord.

Ebbene, quella non fu l'unica impresa di cui si resero protagonisti gli asiatici. Nei quarti di finale contro il Portogallo di Eusebio, i coreani segnarono 3 gol nei primi 24 minuti ed erano a un passo da un'altra vittoria storica. Ma il Portogallo rimontò proprio grazie a 4 reti (due su rigore) di Eusebio, che fissarono il risultato finale sul 5-3 per i lusitani.

F1 E MOTOGP - Nel concetto di rimonta è compreso quello di sorpasso e di velocità e anche il mondo delle corse è ricco di celebri esempi. Per quanto riguarda la Formula 1, resta impressa nella memoria degli appassionati la prestazione di Ayrton Senna, su McLaren, al Gran Premio del Giappone del 1988. Il brasiliano aveva conquistato la pole-position sul circuito di Suzuka, ma al semaforo verde il suo motore si spense. Riuscì a partire sfruttando la mini-discesa, si ritrovò quattordicesimo, ma iniziò una risalita tanto aggressiva quanto entusiasmante. Con l'ultimo sorpasso al compagno di squadra-rivale Alain Prost e conquista del titolo mondiale.

Se invece andiamo oltre la singola gara, i ferraristi non possono non pensare alla rimonta di Kimi Raikkonen, nel 2007, sulla McLaren di Lewis Hamilton, che valse l'ultimo titolo iridato al "Cavallino rampante". A 2 gare dalla fine del campionato, con 20 punti disponibili, l'inglese precedeva il finlandese di ben 17 lunghezze: Raikkonen vinse sia in Cina, sia in Brasile; Hamilton vide sfumare il suo sogno di campione del mondo, al primo anno in F1, con un ritiro e un settimo posto. Spostandoci alle 2 ruote, ecco un altro fenomeno dello sport: Valentino Rossi. Nel 2007 nel Gran Premio d'Olanda ad Assen (da sempre la sua pista preferita) partì undicesimo, finì vincitore.

ATLETICA - Sorpassi e velocità non riguardano solo moto e macchine, ma anche le gambe dei velocisti sulle piste di atletica e negli annali dello sport azzurro è scritto indelebile il nome di Pietro Mennea che nel 1980, alle Olimpiadi di Mosca, conquistò la medaglia d'oro nei 200 metri piani grazie a uno strepitoso recupero sull'inglese Allan Wells. Al momento della curva che precedeva il rettilineo finale, Mennea era fuori dalla zona medaglie e molto lontano da Wells, nettamente in testa. Ma ecco l'incredibile recupero nei 50 metri finali con il sorpasso che valse l'oro proprio sulla linea del traguardo.

CICLISMO - Tour de France del 1948: Gino Bartali si presentò alle decisive tappe alpine con 21 minuti e 28 secondi di ritardo dal francese Louison Bobet. In due tappe epiche riuscì a recuperare il distacco e a conquistare la maglia gialla che avrebbe portato fino a Parigi. Fu il secondo Tour di Bartali, una vittoria così celebrata in Italia tanto da calmare il clima di "guerra civile" latente, successivo all'attentato a Palmiro Togliatti. La leggenda parla di una telefonata del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi a Bartali, in cui il leader democristiano avrebbe chiesto al campione toscano una grande vittoria per calmare le acque nel Paese.

Altra rimonta incredibile quella del 1972, al Mondiale di Gap in Francia: "Cuore matto" Franco Bitossi si piantò a pochi metri dal traguardo, colpito da uno dei suoi famosi attacchi di tachicardia, e dilapidò il netto vantaggio sul gruppetto inseguitore. Sulla linea d'arrivo un altro italiano, Marino Basso, lo sorpassò, conquistando l'oro e lasciando a Bitossi un argento amaro e beffardo.

TENNIS - Anche i match con pallina e racchetta hanno visto rimonte straordinarie, ma per trovare quella che forse è la più incredibile bisogna risalire al lontanissimo 1927. In un match del torneo di Wimbledon, il campione francese Henri Cochet era sotto 2 set a 0, 5 game a 0 nel terzo set , e 30-0 di punteggio nel game decisivo. Vinse quella partita e poi anche la finale annullando 8 match-ball al connazionale Jean Borotra. Tornando alla nostra epoca, arriviamo ai quarti di finale del torneo di Montreal nel 2010: di fronte Roger Federer e Jo Tsonga. Dopo aver smarrito il primo set al tie break l'elvetico vinse 6-1 il secondo e andò sul 5-1 al terzo.

Proprio sul più bello Federer però si inceppò, perdendo 2 volte di fila il servizio e ritrovandosi 5-6, 0-40. Riuscì a salvare 3 match point, ma poi dovette arrendersi al tie-break. Senza dimenticare la finale del Roland Garros 1999: Agassi, in campo per entrare nella galleria degli immortali in grado di vincere 4 Slam differenti, contro Medvedev all'epoca numero 100 della classifica mondiale, mai nell'era Open un giocatore peggio classificato era riuscito a sopravvivere fino alla domenica conclusiva all'ombra della Tour Eiffel. L'ucraino dominò Agassi. Pareva essere una delle giornate più nere per il giocatore di Las Vegas, che invece, persi i primi due set per 6-1 6-2, finì con le lacrime agli occhi e le braccia al cielo.

SCI ALPINO - A Saint Moritz, nel 1974, fu Gustavo Thoeni a far piangere Pierino Gros. Nella seconda manche del campionato mondiale di slalom, Thoeni partiva staccatissimo (ottavo), mentre l'altro a metà gara era primo. Ma sul podio salì Thoeni, per una rimonta nello sci rimasta leggendaria. E allo sconfitto, rimasto a bocca asciutta, non restarono che le lacrime, "le uniche versate in carriera" confessò Gros anni dopo. Si sarebbe consolato vincendo la Coppa del Mondo assoluta.

SCHERMA - Le Olimpiadi di Londra 2012 furono il teatro dell'ultima grande impresa della stella azzurra del fioretto Valentina Vezzali. Nella finale per il terzo posto riuscì a sconfiggere la sudcoreana Nam Hyun-Hee, all'extra time, mettendo a segno 5 stoccate nei 13 secondi finali, ribaltando il parziale di 8-12 nel 13-12 finale.

 


2. COPPA AMERICA: ORACLE FA DOPPIETTA, È PARI CON NEW ZEALAND
Da "repubblica.it"

Oracle completa la rimonta. Il defender statunitense ha infatti centrato due vittorie nella 17/a e 18/a regata della 34esima Coppa America, in svolgimento nelle acque di San Francisco. Un successo che ha eliminato il gap da New Zealand: il team neozelandese raggiunto sull' 8 a 8 nella corsa al prestigioso e antico trofeo velico, nato nel 1851, che verrà assegnato nella regata finale in programma mercoledì sera.

NEW ZEALAND, NON BASTA IL RITORNO A BORDO DI DALTON - All'equipaggio targato Emirates Team non è bastata neppure una mossa scaramantica come il ritorno del patron Grant Dalton a bordo di Aotearoa, il catamarano che sta sfidando l'imbarcazione di casa, dopo esser rimasto a terra per sei prove, tutte perse dai kiwi. Ancora una volta i confronto nella baia californiana è stato seguito da migliaia di spettatori e da tantissime altre barche, disputato sotto il sole e con una brezza di una ventina di nodi.

SPITHILL: "LA NOSTRA BARCA E' SEMPRE PIU' VELOCE" - "La nostra barca è di giorno in giorno più veloce", il sobrio commento di Spithill al termine della prova". Non lo potrà contraddire nessuno in casa neozelandese, a secco di successi dal 18 settembre (11/a regata) e al momento non in grado di interrompere la serie vincente degli americani. E così questa intensa finale è la più lunga della America's Cup avendo battuto il precedente record di durata.

 

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