vita da carlo 2 seconda stagione

LO STREAMING DEI GIUSTI - PREPARATEVI, PERCHÉ “VITA DA CARLO 2”, CHE TROVERETE DAL 15 SETTEMBRE SU PARAMOUNT, È DECISAMENTE SUPERIORE ALLA PRIMA STAGIONE. NON SOLO NE RIPRENDE TUTTI I PERSONAGGI PIÙ RIUSCITI, MA NE SVILUPPA DI NUOVI E OGNI TANTO RIEMPIE LA SCENA CON PREZIOSI CAMMEI, MA SOPRATTUTTO INSERISCE UN VERO PROGETTO DI FILM DRAMMATICO/AUTORIALE DA REGISTA CHE CARLO AVEVA DAVVERO VOGLIA DI FARE - QUEL CHE VIENE FUORI È UNA COMMEDIA BORGHESE, NOSTALGICA, SEMPRE INTELLIGENTE - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

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“Il colon degli artisti è sempre infiammato, è l’ansia.” Preparatevi, perché la nuova stagione della serie di Carlo Verdone, “Vita da Carlo 2”, che troverete dal 15 settembre su Paramount, è decisamente superiore alla prima. Che già era un bel regalo per i fan di Verdone.

 

Perché non solo ne riprende tutti i personaggi più riusciti, il Max Tortora amico super-ansioso, sposato con Claudia Potenza, che si prepara al provino per “Fargo” in America, la tata Annamaria di Maria Paiato, l’ex moglie Sandra di Monica Guerritore, qui fenomenale, la figlia incinta, Caterina De Angelis, vera figlia di Margherita Buy, il suo fidanzato invadente Antonio Donnò, il produttore prepotente e coatto Stefano Ambrogi che si vanta dei suoi cinepanettoni marci (“Vacanze di Natale a Minurno”),

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 ma ne sviluppa di nuovi, la quasi fidanzata Stefania Rocca, i giovani attori Sangiovanni e Ludovica Martino, il tenebroso cameriere di Corrado Solari, e ogni tanto riempie la scena con preziosi cammei, da Christian De Sica a Claudia Gerini in versione Jessica (“A Carlo, che abbiamo sbagliato noi? Niente!”), da Gabriele Muccino a Zlatan Ibrahimovic, ma soprattutto inserisce nella struttura della serie, una doppia vita verdoniana un po’ alla Michele Apicella/Nanni Moretti cosa che per Verdone, così attento ai “personaggi” era una novità, un vero progetto di film drammatico/autoriale da regista che Carlo aveva davvero voglia di fare.

 

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Quello di “Maria Effe”, un racconto autobiografico dove da ragazzetto negli anni ’70 si innamorava perdutamente di una giovane prostituta romana. Attorno a questo film nel film da mettere in scena con il solito produttore cafone che non rispetta la voglia di tenerezza e di poesia del regista (“A Ca’ co’ ’a tenerezza nun se magna e nun ce se guadagna”), che diventa un momento di coesione forte del racconto, Verdone e i suoi sceneggiatori, Pasquale Plastino, Ciro Zecca, Luca Mastrogiovanni, sistemano sia le vecchie trame familiari, la figlia incinta non si sa di chi che si riprende l’ex fidanzato squattrinato, il suo rapporto con l’amico attore Max Tortora, la nuova storiellina d’amore, sia le nuove sottotrame del cast del film giovanile, con il cantante Sangiovanni (“Amici”) nel ruolo di Verdone giovane e Ludovica Martino in quello di Maria Effe (“(Tanto ce devo recitare io co sto tronco”).

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Ma al di là delle battute e delle situazioni a funzionare da ossatura della nuova stagione è il girare attorno al progetto nostagico morettiano/verdoniano della Roma che fu. E un po’ dispiace che Carlo l’abbia sacrificata come vero progetto di film. Anche se il sacrificio non è stato poi vano, perché, funzionando la struttura funzionano pure i singoli episodi.

 

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 E se i cammei di Christian nella vecchia scuola dei preti barzellettari (“Che differenza c’è tra un prete e un albero di Natale? Nessuna. Tutti e due hanno le palle per ornamento”), di Claudia Gerini pronta a rifare la Jessica di Ivano (“Che abbiamo sbagliato noi? Niente”), sono favolosi, ruba la scena in tutta le puntate finali la crescita del vecchio personaggio di Fabris, interpretato da Fabio Traversa in “Compagni di scuola”, già spalla morettiana in “Io sono un autarchico” e “Ecce bombo”, schiavo del vecchio ruolo, “Mi hai dipinto come un perdente e mi ci hai fatto diventare un perdente”, in cerca di vendetta alla Joker.

 

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Attorno al Fabris di Fabio Traversa, che nessuno riesce più a staccare dal personaggio, si sviluppa perfettamente il gioco di specchi di Verdone col suo cinema. Quel che viene fuori è una commedia borghese, nostalgica, ma mai triste, sempre intelligente e divertita, dominata dal desiderio di rinnovarsi di Carlo (“Il romano ci ha rotto er cazzo”) senza perdere nulla del suo amato repertorio di comicità, quello di Mimmo, di Ivano, che ogni tanto affiora fra le pieghe della storia. Coregia di Valerio Vestoso. In onda su Paramount dal 15 settembre.

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