dario fo addio laico milano

L’ULTIMO APPLAUSO A DARIO FO - IN MIGLIAIA A MILANO PER L’ADDIO LAICO, IL FIGLIO JACOPO: "LUI E MIA MADRE NON HANNO MAI PIEGATO LA TESTA" - IN PIAZZA ANCHE GRILLO, RAGGI, APPENDINO, DI MAIO E LO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO CHE ATTACCA: “QUANDO HA VINTO IL NOBEL MEZZO PAESE HA CERCATO DI SMINUIRLO. È UN PAESE INGRATO” - VIDEO

 

Sulle note di “Bella Ciao” suonata dalla Banda degli Ottoni è terminata la cerimonia laica di Dario Fo celebrata sul sagrato del Duomo di Milano. La pioggia non ha fermato le migliaia di persone che hanno voluto essere presenti in piazza del Duomo. Prima che cominciasse la cerimonia tra il pubblico hanno cominciato a scandire il suo nome: «Dario, Dario». Le grida hanno preso corpo e sono state seguite da applausi poi dagli altoparlanti è partita una delle canzoni di Fo, “Stringimi forte i polsi”.  

 

 

JACOPO FOJACOPO FO

In una piazza gremita, nonostante la pioggia, a ricordare il premio Nobel è stato prima Carlo Petrini che ha sottolineato la simbiosi tra l’artista e le sue battaglie politiche; poi il figlio Jacopo che ha ricordato anche la madre Franca Rame. 

 

Petrini: “Arte e politica inscindibili in lui”  

DARIO FO ADDIO LAICO MILANODARIO FO ADDIO LAICO MILANO

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e intimo amico di Fo ha cominciato a ricordare il premio Nobel scomparso sottolienando come nella sua vita arte e politica siano state inscindibili. «Molte persone oneste e sincere hanno tenuto a sottolineare la differenza tra artista, genio straordinario e la politica come se le due cose fossero inscindibili - ha detto - credo che sia impossibile e non sia giusto: e ben lo sapevano quei sovversivi dell’accademia svedese che gli assegnarono il Nobel con una sintesi perfetta `dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi´». 

 

Il figlio Jacopo: “Lui e mia madre non hanno mai piegato la testa”  

GRILLO - ADDIO A DARIO FOGRILLO - ADDIO A DARIO FO

«Può succedere che la gente senza potere, che non ha nulla da perdere, il potere possa prenderlo». Lo ha detto Jacopo Fo ricordando l’insegnamento del padre Dario Fo, e della madre Franca Rame nel corso del suo intervento al funerale laici. «In scena c’era la loro vita, non era la semplice capacità istrionica. La gente amava Dario e Franca per questo, non perché erano bravi attori, ma perché hanno visto qualcuno che c’era veramente». «Nonostante quello che hanno fatto loro, non hanno mai piegato la testa» ha aggiunto.  

 

DARIO FO ADDIO LAICO MILANODARIO FO ADDIO LAICO MILANO

La camera ardente  

Alle 11 era stata chiusa al Piccolo Teatro Strehler di Milano la camera ardente e la bara era uscita dal teatro tra gli applausi. Il corteo colorato dagli ombrelli di parenti, amici, comuni cittadini e tanti giornalisti ha percorso lentamente il cuore della città accompagnata dalla musica della banda degli Ottoni a Scoppio come già ai funerali di Franca Rame e di Enzo Jannacci. Dal Piccolo, appunto, lungo Foro Buonaparte. Poi proprio di fronte al Castello Sforzesco giù per via Dante, la strada pedonale che unisce i luoghi storici di Milano, piazza Cordusio, piazza Mercanti e infine piazza Duomo. Nel capoluogo lombardo oggi è lutto cittadino con bandiere a mezz’asta. 

RAGGI APPENDINO - ADDIO A DARIO FORAGGI APPENDINO - ADDIO A DARIO FO

 

Anche questa mattina in tanti hanno voluto portare il proprio saluto e rendere omaggio a Dario Fo. In mezzo ai cittadini anche Stefano Benni, Paolo Rossi, lo scrittore Roberto Saviano e il sindaco di Torino, Chiara Appendino. «Quando ha vinto il Nobel mezzo paese, per invidia o per dileggio ha cercato di sminuirlo. È un paese ingrato. Ma c’è anche una parte autentica che lo ha sempre protetto e ascoltato» ha detto lo scrittore. «Ha avuto sempre il coraggio, questa cosa preziosa e rara, di prendere posizione e di esserci sempre. E questo lo ha portato a stare vicino agli ultimi». 

SAVIANOSAVIANO

 

DARIO FO ADDIO LAICO MILANODARIO FO ADDIO LAICO MILANO

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...