METTI GRAMSCI ALL’ASTA – “L’UNITA’” RISCHIA DI ESSERE VENDUTA ALL’INCANTO PER PAGARE LO STIPENDIO AI DIPENDENTI – DECISIONE IN TEMPI BREVI, ALTRIMENTI (DOPO QUASI CENTO ANNI) LA TESTATA NON ESISTE PIU’: CANCELLATA DOPO UN ANNO SENZA PUBBLICAZIONI – IL VALORE DEL GIORNALE ORMAI E’ DATO SOLO DAL SUO ARCHIVIO
Marco Capisani per “Italia Oggi”
L' Unità si avvia verso la vendita all' asta, per cercare possibili acquirenti della testata e poter pagare così le ultime mensilità spettanti ai suoi dipendenti. Il quotidiano manca dalle edicole dalla fine del maggio 2017 e ha distribuito ai primi di giugno scorso i suoi ultimi numeri in formato pdf. Ieri il tribunale di Roma ha deciso di affidare a un consulente tecnico la stima del valore della testata, che per poco non è riuscita a festeggiare i 100 anni, in modo da valorizzare l' asset principale e poter soddisfare ex lavoratori e relativa domanda di pignoramento.
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la prossima udienza sul caso è fissata agli inizi di maggio. I tempi sono stretti perché, formalmente, la registrazione di una testata giornalistica decade dopo un anno di assenza dalla distribuzione (anche se può bastare la pubblicazione di pochi numeri per interrompere il periodo consecutivo da conteggiare). Nel caso dell' Unità, che sia distribuzione in edicola (a fine maggio 2018) o solo in digitale (inizi del prossimo giugno), comunque, manca poco più di un mese alla scadenza.
Ci sono però particolari che complicano ulteriormente il destino già travagliato del quotidiano ex organo ufficiale del Partito democratico, anche lontano da tipografie ed edicole (non esiste manco più un sito web non aggiornato): il primo è che nella valorizzazione della testata non viene ricompreso l' archivio (che rimane nelle disponibilità dell' ultimo editore Unità srl che fa capo, a sua volta, al duo Massimo Pessina e Guido Stefanelli). Ed è l' archivio dell' Unità che può avere un suo valore tra annali di fotografie, immagini storiche oltre ai relativi articoli di cronaca.
Il secondo punto ancora da risolvere, poi, è la terza e ultima tranche di pagamento da versare (pari a 3,5 milioni in tutto) per l' acquisto del giornale da parte di Pessina-Stefanelli. Sulla conclusione dell' acquisizione dal precedente fallimento pesa anche una fideiussione bancaria.
Di progetti editoriali, invece, non se ne parla più definitivamente da quando (l' estate scorsa) è naufragato prima del varo quello del direttore Staino per tornare a pubblicare almeno online. Intanto il Pd s' è fatto un altro giornale, più snello, Democratica, e alcuni esuli dell' Unità hanno fondato Strisciarossa.
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