MA È “IL GIORNALE” O “REPUBBLICA”? – IL QUOTIDIANO, ANCORA VICINO A “FORZA ITALIA” NONOSTANTE IL PASSAGGIO DI PROPRIETÀ, DAI BERLUSCONI AGLI ANGELUCCI, METTE IL DITO NELLA PIAGA DELLE FUTURE DIFFICOLTÀ CHE SI TROVERÀ DAVANTI GIORGIA MELONI – UNA DOPPIETTA DI ARTICOLI, DEDICATA AL “SETTEMBRE CALDO” DEL GOVERNO E AI 26 MILIARDI DA TROVARE PER LA MANOVRA. UN AVVERTIMENTO CHIARO PER LA DUCETTA DA DESTRA. IL FU PARTITO DI BERLUSCONI NON HA GRADITO LO SGARBO DELLA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI BANCARI (CHE COLPISCE ANCHE MEDIOLANUM)
1. MELONI SI PREPARA AL «SETTEMBRE CALDO» DAGLI SBARCHI AL MES: ECCO TUTTI I DOSSIER
Estratto dell’articolo di Adalberto Signore per “il Giornale”
L’appuntamento, ancora non confermato ma comunque già in agenda, è per lunedì 28 agosto. Quando il primo Consiglio dei ministri post-vacanze formalizzerà la fine della pausa estiva e la ripresa dell’attività politica […]
Sarà il prologo di un autunno politicamente caldo, soprattutto per il corposo numero di dossier che il governo dovrà affrontare […]. Un vero e proprio «imbuto» per Giorgia Meloni, che avrà pure il problema di dover gestire partite così complicate dovendo districarsi con una fittissima agenda internazionale.
ARTICOLO DEL GIORNALE SUL SETTEMBRE CALDO DI GIORGIA MELONI - 15 AGOSTO 2023
Tra settembre e ottobre, infatti, sarà non solo ad Atene (bilaterale con il premier Kyriakos Mitsotakis), Granada (vertice della Comunità politica europea) e Bruxelles (Consiglio europeo), ma anche a New York (assemblea generale delle Nazioni Unite) e New Delhi (G20). Un filotto piuttosto impegnativo, soprattutto considerando quanto la premier ci tenga a gestire in prima persona tutti i dossier.
E quelli sul suo tavolo al ritorno dalle ferie saranno molti e spinosi. A partire dal capitolo economico, con la Nota di aggiornamento al Def da presentare alle Camere entro il 27 settembre per poi mettere mano alla prima vera legge di Bilancio a firma Meloni (quella dello scorso anno, causa i tempi strettissimi, fu sostanzialmente ereditata da Mario Draghi).
giancarlo giorgetti giorgia meloni
A parte i delicatissimi dossier Tim, Ita e Montepaschi, altro fronte in agenda sarà quello del salario minimo. Non tanto perché dal governo ci sia una disponibilità ad accogliere le proposte dell’opposizione […], quanto perché il tavolo agostano impone comunque al governo di presentare un qualche tipo di proposta.
Come un altro dossier caldo sarà quello della tassa sugli extra-profitti delle banche. Una decisione che ha fatto mugugnare Forza Italia, che quando il decreto legge arriverà alle Camere è pronta a presentare emendamenti.
[…] settembre sarà anche il mese di un bilancio definitivo degli sbarchi del 2023. Agosto, infatti, è storicamente il mese in cui le statistiche fanno registrati il picco degli arrivi, che già ad oggi (dato del ministero dell’Interno del 14 agosto) sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: quasi 100mila contro i 48 mila del 2022.
Ma settembre sarà anche il mese per fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr e sui fondi per l’alluvione in Emilia Romagna. Lo scontro tra il governatore Stefano Bonaccini e la premier […] difficilmente, infatti, potrà cadere nel vuoto. Infine le questioni europee, dal via libera al tanto discusso Mes fino al nodo balneari. Il tutto con sullo sfondo la competizione interna al centrodestra che si aprirà in vista delle Europee di giugno (la Lega, per esempio, tornerà a spingere sull’autonomia differenziata e, quindi, sull’approvazione dei Lep). Per non parlare della riforma della Giustizia, altro dossier sensibilissimo e sui cui in questi mesi si sono forse registrate le maggiori tensioni.
ARTICOLO DEL GIORNALE SULLA MANOVRA - 15 AGOSTO 2023
Insomma, la maggioranza resta assolutamente salda, ma i compiti delle vacanze sono destinati ad aprire un periodo politicamente caldo.
2. TAGLIO DEL CUNEO, MENO TASSE E NUOVI CONTRATTI. ALLA MANOVRA SERVONO 26 MILIARDI
Estratto dell’articolo di Gian Maria De Francesco per “il Giornale”
Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, questi pochi giorni di vacanza giungono a proposito. Alla ripresa dei lavori a fine mese dovrà iniziare a mettere nero su bianco le cifre della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) e, soprattutto, i numeri della manovra. Il puzzle si preannuncia molto complicato.
funerale costanzo antonio e giampaolo angelucci foto di bacco
Il Tesoro parte da disponibilità non eccelse. Ai 4,5 miliardi di scostamento 2024 votati dal Parlamento ad aprile si aggiungeranno i tagli alle spese dei ministeri (1,5 miliardi) e gli introiti della tassa sugli extraprofitti delle banche che a oggi si possono quantificare tra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi se verrà introdotta (come auspicato dagli istituti) una deducibilità parziale della gabella. Con 7,5 miliardi inizialmente disponibili la coperta rischia di essere troppo corta. Innanzitutto, l’ottimismo è un dovere.
Se il Pil italiano non centrasse la crescita dell’1% prevista dal Def, a cascata anche le attese di deficit/Pil (al 4,5% quest’anno e al 3,7% il prossimo) dovrebbero essere riviste al ribasso e questo ridurrebbe ulteriormente i margini. Dopodiché occorrerà guardare la lista della spesa e definire delle priorità. In primis, le spese indifferibili […] che valgono 6 miliardi di euro circa.
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini a cutro
In seconda istanza, la conferma del taglio del cuneo fiscale (9-10 miliardi), […] necessario all’attuale maggioranza per presentarsi alle prossime elezioni europee con la coccarda del governo che ha tagliato le tasse sul lavoro. […] Se l’intenzione è concentrarsi sui salari più bassi, serviranno tra uno e due miliardi di euro. La medesima cifra (1-2 miliardi) servirà per confermare le misure sulle pensioni già inserite nella manovra 2023, ossia Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna.
Senza inventarsi nessuna innovazione particolare. Perché Quota 41 che piace alla Lega costa 5 miliardi all’inizio ma negli anni successivi porta la spesa ad aumentare si 9-10 miliardi annui. Impossibile con il Patto di Stabilità che l’anno prossimo tornerà in vigore. Ci sarebbe da affrontare anche la questione dei rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione che vale nel complesso 8 miliardi di cui la metà attinente il comparto sanità.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
[…] Restano da valutare altri due capitoli la cui importanza è soprattutto politica. Da settembre il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, inizierà la stesura dei decreti attuativi della delega fiscale. L’obiettivo è di dare qualche segnale (iniziale) di taglio dell’Irpef. Un’idea potrebbe essere accorpare le prime due aliquote, abbassando al 23% quella del 25% che copre i redditi tra 15mila e 28mila euro.
Costa almeno 4 miliardi poiché incide sulla fascia di reddito nella quale si ritrova una larga maggioranza dei contribuenti. La seconda questione attiene la partenza del cantiere del Ponte sullo Stretto che sta tanto a cuore al vicepremier Salvini. Almeno 1-2 miliardi serviranno Effettuando una semplice somma algebrica tra disponibilità (7,5 miliardi) e spese previste (34 miliardi massimi), ne consegue la necessità di reperire 26,5 miliardi. Le ipotesi sono tre: il Paese cresce più delle stime e le entrate aumentano, si tagliano le spese (incluse quelle fiscali, ignorando il possibile malcontento) oppure si aumentano le tasse. Rischiando l’impopolarità.